Il molo che vorrebbe realizzare il Comune di Cabras a Mare morto, nella borgata marina di San Giovanni di Sinis, è ancora sotto attacco. Questa volta però non è l’Adina che da quelle parti gestisce uno scalo d'alaggio e che alcune settimane fa ha persino presentato un ricorso al Tar per fermare i lavori. Ma l’Associazione civica per la tutela e per la promozione del territorio guidata da Dario Cossu. Il suo intervento arriva dopo un attento sopralluogo della situazione attuale del posto.

L’associazione civica esprime preoccupazione per l’ulteriore stravolgimento del sito che l'operazione può causare. «Ricordo con precisione come si presentava il sito nel 1951: un paesaggio intatto e incontaminato con dune ricoperte dalla vegetazione - si legge in documento che Cossu ha inviato al Comune e all'Area marina protetta del Sinis -. Da tanti anni quel paesaggio incantevole è scomparso non per motivi naturali, ma per gli interventi maldestri e insipienti dell’uomo».

Cossu rincara la dose: «Molte dune sono scomparse e quelle rimaste hanno subito un profondo degrado. La bonifica del sito e la sua rinaturalizzazione hanno priorità assoluta su qualsiasi altro intervento, compreso l’installazione del molo impattante che ogni anno dovrebbe essere montato a giugno e smontato a settembre con l’impiego di mezzi meccanici particolari».

© Riproduzione riservata