L’obiettivo è ambizioso:  riprendere lo sviluppo urbanistico di Bosa, dando nuova vita ad aree che oramai da vent’anni sono state investite da vincoli, determinando impossibilità di sviluppo, ma soprattutto portare a termine la costruzione di immobili mai completati.

Per “smuovere” una  città che dopo tanto tempo ha la necessità di riacquistare una vitalità perduta, l’amministrazione comunale  ha avviato un lavoro importante di  revisione e adeguamento del Puc al  Ppr, dove è previsto  anche l'adeguamento ai diversi piani del rischio idrogeologico  nell’abitato.

«Questo percorso- evidenzia il vice sindaco Federico Ledda- ha preso l’avvio  grazie al lavoro dell’ università di Sassari, che  ha redatto uno studio bidimensionale sul bacino del Temo. Consiste in una  revisione delle portate e dei tempi di ritorno degli studi precedenti relativi alle esondazioni con una  revisione degli attuali scenari di possibile allagamento dell’abitato. La novità importante – sottolinea Ledda-  è che le  aree interessate, anziché la totale inedificabilità, vedranno la possibilità di poter intervenire con nuove fabbricazioni, modifiche, ed adeguamenti, superando l’attuale vincolo  che ha letteralmente bloccato il completamento e lo sviluppo, in termini urbanistici, dell’intera vallata del Temo».

È stato allora assegnato un incarico all’ingegner Tonino Mulas di Oristano per  la redazione  dello studio per i cosiddetti bacini minori. Al termine di questo lavoro, sarà possibile sovrapporre le risultanze dei due studi, che daranno la possibilità di adeguare il nuovo piano Urbanistico Comunale a questa nuova riorganizzazione della vincolistica idraulica  dell’abitato. «Per la conoscenza effettiva delle zone che saranno interessate – sottolinea il vice sindaco-  bisognerà attendere la sovrapposizione del piano elaborato sul Temo con quello dei bacini minori. Dallo stesso si evinceranno le possibilità di ultimazione dei fabbricati non terminati o dei nuovi lavori su fabbricati esistenti».

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