Vivere per vent’anni accanto ad una bomba ecologica, costituita da centinaia di tubi in cemento amianto, residuati dai lavori di costruzione dell’acquedotto della Planargia.

Sullo smaltimento è in corso una causa al Tar, attivata da uno dei sei proprietari delle aree in cui i tubi sono stati abbandonati e dimenticati per due decenni, accanto agli insediamenti abitativi e residenziali.

Uno di loro, Antonio Salezzari, che si è opposto all’ordinanza del Comune che gli imponeva la rimozione a sue spese, ha ottenuto dal Tribunale amministrativo la sospensiva del provvedimento, con un forte richiamo dei giudici al Comune che potrebbe essere il responsabile dello smaltimento.

Salezzari, che ha richiesto un preventivo ad una ditta specializzata, spiega: "Si tratta di un intervento di oltre ottantamila euro. Mi chiedo perché il Comune, piuttosto che chiarire con me e gli altri proprietari, si sia avventurato in un’ulteriore causa, pagando migliaia di euro in spese legali. Sarebbe stato più semplice incontrarci e trovare insieme una soluzione ad un problema che noi non abbiamo causato ma subito".
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