La comunità bonarcadese festeggia il suo patrono San Romualdo, evento che unisce fede e tradizione molto sentito e partecipato. Stasera si inizia con il vespro in Basilica di Santa Maria, dopo alle 18 seguirà  l’accensione del falò con frasche di lentisco che illumineranno le tenebre invernali, con la benedizione del parroco don Emanuele Lecca. In serata, alle 21.30 i balli nel centro sociale organizzati dai giovani della Leva nati nel 1985, con il gruppo "A Ballare" di Massimo Pitzalis, Emanuele Bazzoni e Roberto Fadda.

Domani venerdì 7 febbraio il giorno della festa con la messa solenne alle 11, celebrata dall'arcivescovo di Oristano Monsignor Roberto Carboni e il Priore di Bonacatu don Emanuele Lecca nella Basilica di Santa Maria.
Dopo la messa il momento conviviale con "su Cumbidu" offerto dal comitato organizzativo. Nel pomeriggio, alle 17.30, danze sarde e canti della tradizione nella ex cantina sociale con Giuseppe Pintus e Maurizio Sellero. A seguire l'elezione de su Capu Nou e il passaggio della bandiera dalla vecchia alla nuova leva dell’anno prossimo.
 

San Romualdo spicca tra i grandi santi monaci del Medio Evo. Nato a Ravenna da famiglia nobile nella seconda metà del secolo decimo, fondò a Camaldoli, presso Arezzo, un eremo destinato a una immensa espansione.
Fin dai primi decenni del Millecento, la famiglia monastica romualdina, o camaldolese, raggiunse varie parti d’Italia, e penetrò nelle remote regioni dell’Europa nord-orientale, compresa la Russia.
In Sardegna, nel Giudicato d’Arborea, i fedeli di san Romualdo scelsero come sede Bonarcado per le sue propizie condizioni geografiche, e per la presenza, da oltre cinquecento anni, di un tempietto mariano di grande prestigio.
Nel 1268 la potente abbazia di Bonarcado, intitolata a santa Maria e a san Zeno, nella riconsacrazione celebrata in seguito ad un nuovo ampliamento fu dedicata anche a san Romualdo, patriarca dell’ordine camaldolese. Anche la parrocchia-priorato di Bonarcado è consacrata a san Romualdo, diventato patrono del paese.
Gli epigoni di san Romualdo incrementarono l’agricoltura e l’allevamento e seguirono sempre l’obbligo fondamentale della “buona accoglienza” ai pellegrini e ai poveri, regola  ancora praticata a Bonarcado.

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