Battesimi rimandati, salvo urgenze.

Prime comunioni e cresime spostate a ottobre o novembre.

Matrimoni permessi, ma senza assembramenti.

Feste patronali e processioni sospese sino a nuove disposizioni.

Sono le disposizioni per i parroci dell'arcidiocesi di Oristano e della diocesi di Ales-Terralba comunicate dai due vicari generali, che hanno sottolineato: "Il perdurare di questa situazione di disagio, che investe ogni settore della vita, la necessità di contenere il rischio della diffusione del contagio e la consapevolezza che la ripresa di ogni tipo di attività sarà graduale esigono delle scelte anche per le celebrazioni di questi sacramenti, che siano rispettose della situazione di emergenza, che tutti stiamo vivendo".

L'ARCIVESCOVO - Padre Roberto Carboni, arcivescovo di Oristano e amministratore apostolico della diocesi di Ales-Terralba, ha spiegato: "Abbiamo riassunto in un'unica nota le norme già vigenti a livello regionale e nazionale, in attesa di altre indicazioni governative dopo il 4 maggio".

BATTESIMI - La lettera precisa: "Rimandati in attesa di un cambiamento della situazione e delle norme precauzionali. Nella necessità di celebrare un battesimo, per imminente pericolo di vita, questo avvenga nella forma abbreviata prevista dal rito con tutti gli accorgimenti necessari, senza toccare il corpo del battezzando, con guanti monouso per le unzioni".

MESSE CON PRIME COMUNIONI - "Trasferite alle domeniche del prossimo mese di ottobre o novembre, potendo così utilizzare il mese di settembre per la graduale ripresa della preparazione, per la quale, sin d'ora, non manchi il coinvolgimento delle famiglie da casa".

CRESIME - "Trasferite alle domeniche del prossimo mese di ottobre o novembre".

MATRIMONI - "La nota del Ministero chiarisce che la loro celebrazione non è vietata, purché non provochi assembramenti. Sono permessi solo se celebrati alla presenza, con le dovute distanze di ministro, sposi e testimoni".

FESTE PATRONALI E PROCESSIONI - "Sospese dal decreto ministeriale sino a nuove disposizioni. Nel giorno della festa si potrà celebrare l'Eucarestia a porte chiuse, in assenza di popolo, con la presenza di alcuni ministranti, in dialogo con le autorità locali nel caso si faccia nella chiesa campestre. I parroci possono proporre, con i mezzi di comunicazione sociale, momenti di preghiera e riflessione per aiutare i fedeli a approfondire il senso della festa".
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