Potrebbero esserci nuovi sviluppi nella storia della mamma oristanese che nei giorni scorsi si è vista pignorare l'auto da Equitalia.

La donna, madre di una ragazza disabile, è pronta ad andare fino in fondo e non si escludono denunce. E intanto arriva la presa di posizione dei lavoratori e della Fisac Cgil che difende i dipendenti Equitalia «loro non hanno responsabilità, stanno solo applicando la legge».

La Fisac sostiene che «è stata la donna a indicare l'auto come bene pignorabile a lei intestato per evitare che venissero pignorati gli altri beni che si trovano in casa della madre, dove lei ora risiede - scrive in una nota - Non c'è stato alcun arbitrio dell'ufficiale di riscossione». Il sindacato sottolinea inoltre che «all'impiegato non era stato riferito che l'auto serviva per il trasporto della figlia disabile, in quel caso avrebbe eventualmente potuto suggerire un'alternativa». L'avvocato Riccardo Crovi che assiste la donna, nega decisamente: «La mia cliente ha detto più volte che quel mezzo era indispensabile per la figlia, purtroppo ora è la parola dell'agente contro quella della signora». Due settimane fa, un agente di riscossione di Equitalia si è presentato davanti a casa della donna con un atto di pignoramento per un debito di circa diecimila euro. Alla fine sono stati portati via i documenti dell'auto che la donna utilizzava per accompagnare la figlia disabile. È nato un caso che ha fatto discutere e ha suscitato aspre polemiche, alla fine la donna ha ottenuto l'annullamento dell'atto di pignoramento e le sono stati restituiti i documenti. «La vicenda però non è chiusa - spiega il legale - aspettiamo di avere la perizia definitiva sul debito poi chiederemo un confronto>.
© Riproduzione riservata