Un specchio circolare che rappresenta due comunità: Solarussa e Sanluri, sopra tante rose bianche donate dai bambini. Due paesi che 22 anni fa, il 3 luglio del 2002, piansero per la morte della dottoressa Roberta Zedda, uccisa nell'ambulatorio della guardia medica di via Garibaldi. Morì a soli 33 anni per mano di quello che doveva essere un paziente in cerca di cura. Da stasera a Solarussa c'è una piazza dedicata alla sua memoria. Si trova davanti al Comune.

È stata inaugurata alla presenza delle autorità ma soprattutto dei cittadini. Sono stati loro del resto a voler mantenere vivo il ricordo della dottoressa di Sanluri.

Tempo fa l'amministrazione aveva promosso un sondaggio finalizzato ad individuare figure illustri a cui intitolare alcune vie e piazze del paese. Oltre il 40% dei 484 cittadini coinvolti nell'indagine ha indicato il nome di Roberta Zedda come meritevole di essere inserito nella toponomastica comunale. E oggi il volere dei cittadini si è concretizzato.

«Nonostante sia passato un lasso di tempo così lungo da quella tragedia che ha spento i sogni della giovane dottoressa nel nostro paese è rimasto un legame stretto, forte e indelebile - ha detto il sindaco Mario Tendas - Vorrei inoltre che questa piazza diventi uno spazio su cui riflettere, un punto di partenza».

L'iniziativa è stata promossa dall'amministrazione comunale di Solarussa, in collaborazione con il Comune di Sanluri e la Federazione Nazionale dell'Ordine dei Medici. Alle 18,30 è stata celebrata la messa, poi la cerimonia di intitolazione. Era presente anche l'architetto Roberto Virdis che ha ideato la scultura in memoria alla dottoressa. «Il suo non è stato sacrificio inutile - spiega invece Filippo Anelli, Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri - Sono state tante le iniziative organizzate da quell'omicidio per sensibilizzare sul tema della violenza nei confronti degli operatori sanitari. Nessuno deve morire sul posto di lavoro. Una situazione inaccettabile, soprattutto nel campo della sanità dove c'è dedizione e altruismo».

Presente ieri anche la mamma di Roberta, Eifisiana, assieme al fratello Antonello che, con gli occhi lucidi, è intervenuto per salutare tutti i presenti: «Sento vivo dentro di me il ricordo di quel giorno, di mia sorella Roberta, anche se la sua assenza domina da 22 anni». E poi ha letto una poesia come se stesse parlando proprio lei, Roberta: «A voi che restate vorrei dire che sto bene ma non posso. Sono quel che ero nel vostro ricordo. Cercatemi nel cielo, fra le stelle, quando la notte è profonda io sono la scintilla». E l''applauso ha riempito la piazza. 

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