Quattro arresti a Tortolì nell’ambito dell’indagine denominata “Batman”.

Dalle prime ore del mattino i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Nuoro e delle Compagnie dipendenti stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari, oltre a perquisizioni e sequestri preventivi di edifici nei confronti di quattro indagati per diverse ipotesi di reato contro la pubblica amministrazione, contro il patrimonio e di natura informatica.

Un centinaio i militari in azione, oltre alle unità cinofile dello Squadrone Cacciatori di Abbasanta.

Da quanto ricostruito, a partire dall’aprile dell’anno scorso, la vendita all’asta, relativa ad appartamenti e terreni di una società con sede a Tortolì, sottoposta a procedura fallimentare, sarebbe stata turbata da due noti imprenditori, in concorso con un altro uomo. I tre, domiciliati a Tortolì, in accordo fra loro, avrebbero pilotato le procedure d’asta facendo desistere, con plurime minacce, i potenziali partecipanti al solo fine di favorire l’indagato individuato come prestanome dell’imprenditore fallito, nell’acquisto degli immobili a un prezzo vantaggioso e inferiore al valore reale.

In particolare, secondo le dichiarazioni di quanti avevano rinunciato alla partecipazione all’asta, questi ultimi sarebbero stati destinatari di atteggiamenti e frasi ostruzionistiche in concomitanza dei sopralluoghi, da parte dell’indagato che deteneva le chiavi degli immobili. Questi comportamenti sarebbero stati seguiti da esplicite minacce che venivano messe in atto attraverso fogli sistemati sul parabrezza dell’auto, oltre a visite ricevute a domicilio e intromissioni “bonarie” di terzi, con esortazioni e consigli a ritirarsi dalla gara.

Dall’attività investigativa sarebbe anche emerso il coinvolgimento di un maresciallo dei carabinieri e di un assistente capo del Corpo Forestale della Regione Sardegna, quest’ultimo in servizio all’epoca dei fatti e oggi in congedo, non destinatario di misure cautelari.

Il primo avrebbe controllato, accedendo indebitamente alla banca dati SDI in uso alle Forze di Polizia, con la sua USERID personale, 5 persone che, in periodi diversi, avevano visionato gli immobili all’asta, rinunciando poi alla presentazione delle offerte. L’ispettore dei carabinieri non avrebbe avuto ragioni di servizio plausibili (a parte il rapporto amicale con l’imprenditore sottoposto a procedura fallimentare) per svolgere accertamenti sulle persone interessate all’asta.

Oggi è stato messo ai domiciliari per l’ipotesi di accesso abusivo a sistemi informatici.

Per l’imprenditore già sottoposto a iter fallimentare e per un altro indagato, il GIP ha disposto la misura cautelare in carcere, mentre per l’imprenditore presunto prestanome, aggiudicatosi l’asta, gli arresti domiciliari.

(Unioneonline/s.s.)

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