Creare e valorizzare un circuito che leghi tutte le ricchezze archeologiche, naturalistiche e culturali del territorio comunale. Riparte dal complesso nuragico di "Iba Manna" nell'altopiano basaltico di Teccu a pochi chilometri dall'abitato di Bari Sardo il lavoro dell'"associazione archeologica Bari Sardo Feralis 59".

Erano più di quaranta i volontari che tra sabato e domenica armati di guanti,forbici e rastrelli hanno ripulito da rovi e sterpaglie la zona circostante al monumento archeologico collocabile nella media-recente età del bronzo fra il 1500 e il 1100 a.C.

Ma se da un lato è stimabile la presa di coscienza da parte della popolazione e di rivalutare un territorio (Teccu) privo di valore economico e non spendibile sul mercato per via dei sui vincoli ambientali, dall'altro ne emergono tutte le contraddizioni.

A distanza di quattro anni è infatti ancora aperta la ferita tra ambientalisti e semplici cittadini per la realizzazione proprio ai piedi del complesso nuragico di quel famoso galoppatoio da un milione di euro.

Molte furono astate allora le critiche sull'inutilità di un opera, l'ennesima incompiuta, dove il danno ambientale e lo spreco di denaro sono ancora sotto gli occhi di tutti.
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