«Affermazioni che presentano inesattezze ed evidenziano, forse, una scarsa conoscenza del ruolo del sistema pubblico».

È quanto si legge in un comunicato di Areus, in risposta alla nota polemica diffusa dalle Organizzazioni del Terzo Settore sulla riorganizzazione del sistema di emergenza 118 in Sardegna. 

«In primo luogo – aggiunge Areus – rispetto all’affermazione che "Il piano è nato su proposta di Areus che, naturalmente si è ben guardata di prendere in considerazione i rilievi sollevati dalle rappresentanze degli Ets, già espressi nel 2022, bocciando la prima stesura del progetto. Non rispettando, quindi, quanto previsto dalla normativa circa le fasi di cooprogettazione e cooprogrammazione dei rapporti" si precisa che sull’argomento (co-progettazione e co-programmazione) c'è un errore di fondo commesso da chi effettua le dichiarazioni.

Le interlocuzioni avvenute con gli ETS sulla nuova proposta di rete hanno apportato pochissime richieste, per lo più generiche e comunque non migliorative del piano, volte essenzialmente al mantenimento di specifiche situazioni locali, non più ottimali e non orientate all’esigenza di garantire tempi e livelli qualitativi adeguati alle richieste di soccorso dei cittadini, nel rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza. Peraltro, la Giunta ha recepito la richiesta specifica degli ETS di estendere a 70 anni l’età ammessa per svolgere l’attività di soccorritore, ritenendola ragionevole e congrua.

«La Pianificazione della rete, infatti, – aggiunge Areus – è un passaggio che spetta esclusivamente all'Amministrazione Pubblica, la quale agisce nell'interesse dei cittadini. Così è avvenuto nella fase a monte, laddove si è ragionato su bacini di utenza, casistiche, tempi di intervento e infrastrutture viarie, con l'obiettivo di ottimizzare sia la rete avanzata che quella di base, con dati alla mano degli interventi del 118 su tutto il territorio regionale».

La co-progettazione, di cui si parla nella nota, è invece un istituto mediante il quale la Pubblica Amministrazione instaura un rapporto di collaborazione con gli Enti del Terzo settore, a valle dell'avvenuta pianificazione di parte pubblica, al fine di realizzare specifici e concreti progetti attuativi della pianificazione dei servizi anche in un'ottica di soddisfacimento di esigenze comuni pubblico/private. Ciò è previsto nelle Linee Guida attuative sul rapporto tra pubbliche amministrazioni ed enti del Terzo settore, adottate con il D.M. del Ministero del lavoro e delle politiche sociali n. 72 del 31/03/2021.

Il rapporto con gli ETS è infatti differente, di tipo “collaborativo” e partnership. Ma ciò avviene a valle della pianificazione, che non deve subire inquinamenti di parte.

Il procedimento di co-progettazione, descritto al punto 3 delle Linee Guida, dovrà pertanto essere attuato in futuro con le nuove convenzioni: ciò avverrà dopo la pubblicazione di un avviso pubblico, all’interno del quale siano fornite istruzioni sulla modalità di presentazione dei progetti e modalità di valutazione, nonché tutte quelle regole sullo svolgimento della procedura, fatti salvi specifici requisiti di accreditamento, ad oggi non esistenti.

Con gli ETS si aprirà infatti un confronto a più step che consentirà di apportare eventuali miglioramenti al progetto di base e permetterà all’Amministrazione di recepire suggerimenti, pareri, idee dei partecipanti fino alla configurazione finale del progetto attuativo definitivo, che coinvolgerà tutte le parti concorrenti, in un'ottica di sistema».

Ancora, spiega Areus: «La seconda affermazione distorta è la seguente: "Sulla stessa delibera viene introdotta una convenzione che ha, nell'oggetto, la possibilità di svolgere servizio di automedica con solo autista volontario e 2 operatori (medico e infermiere) forniti da Areus, quindi con equipaggio misto, sfruttando, però, quanto previsto per il servizio di emergenza sanitaria di base con ambulanza eseguito da soli volontari. Proprio sulla base di questo tipo di equipaggio misto, l'assessore alla Sanità in maniera alquanto approssimativa e discutibile, stabilisce, per il servizio di automedica, la riduzione del 40% rispetto all'attuale rimborso economico forfetario previsto per il Servizio di Base, riconoscendo, di fatto, un rimborso forfetario del 60%", spiegano i rappresentanti delle Organizzazioni del Terzo Settore operanti nel Servizio di Emergenza Urgenza».

Ma «pare ovvio che un servizio differente debba avere un differente rimborso così come previsto da un’altra delibera, la DGR 4/42 del 15 febbraio 2024. In particolare pretendere di corrispondere per una automedica con autista soccorritore, lo stesso importo erogato per una ambulanza e 3 soccorritori di cui uno autista, rappresenterebbe un danno erariale, in primis perché un'automedica è un mezzo in sé meno costoso e complesso di un’ambulanza, anche in termini di setting assistenziale/tecnologico. Inoltre, nel primo caso è richiesto l’impiego di un solo soccorritore, mentre per le ambulanze di base ne servono 3 in tutto. Evidentemente quanto precede determina costi ben differenti».

«In conclusione – conclude la nota Areus - si rimarca che le indicazioni pervenute dagli ETS coerenti con uno sviluppo della rete a soddisfacimento della domanda di soccorso di tutti i cittadini sardi sono state accolte e saranno ulteriormente considerate in questa ultima fase attuativa. Infine si ricorda che i 7,4 milioni finanziati dalla L.R. 9/23 porteranno nuove risorse agli enti del terzo settore, quantificabili in oltre il 60 per cento della suddetta cifra stanziata per singolo esercizio».

(Unioneonline)

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