Le Organizzazioni del Terzo Settore che nel Servizio 118 di Emergenza Urgenza in Sardegna sul piede di guerra.

A innescare proteste e polemiche sono le due delibere, proposte dall'assessore regionale alla Sanità Carlo Doria, che riguardano – spiega una nota delle stesso Organizzazioni – «il mondo dell'emergenza sanitaria, gestita in Sardegna, da Areus».

Tali delibere, lamentano le organizzazioni, «stravolgono i fondamentali del servizio 118 attualmente in essere, senza curarsi minimamente del parere degli Enti del Terzo Settore che sostengono il servizio di emergenza sanitaria in Sardegna, per l'80%».

In particolare, «la delibera n. 4/59, ridisegna il piano territoriale e le risorse operative attuali, prevedendo la

chiusura di postazioni e l’apertura di nuove, con una precisione goniometrica, ma senza alcuna considerazione delle realtà territoriali che storicamente esistono e hanno, da sempre, supportato il sistema 118».

La delibera n. 9, art. 49, comma 3, introduce, invece, «dei nuovi criteri del testo della convenzione che regolamenta il servizio di base svolto proprio dagli ETS e, anche in questo caso, senza alcun coinvolgimento delle rappresentanze».

«Questa delibera – aggiungono le organizzazioni - modifica i parametri d'età degli autisti soccorritori da 65 a 70 anni e, fra l’altro, si tratta di una modifica più volte richiesta da una parte della rappresentanza del volontariato e mai concessa da Regione e Areus, con la motivazione di una presunta incompatibilità con le norme sulla sicurezza del lavoro, che oggi invece diventa ammissibile, stranamente a tre giorni dalle elezioni regionali».

Ancora, viene sottolineato, «sulla stessa delibera viene introdotta una convenzione che ha, nell'oggetto, la possibilità di svolgere servizio di automedica con solo autista volontario e 2 operatori (medico e infermiere) forniti da Areus, quindi con equipaggio misto, sfruttando, però, quanto previsto per il servizio di emergenza sanitaria di base con ambulanza eseguito da soli volontari. Proprio sulla base di questo tipo di equipaggio misto, l'assessore alla Sanità in maniera alquanto approssimativa e discutibile, stabilisce, per il Servizio di Automedica, la riduzione del 40% rispetto all'attuale rimborso economico forfetario previsto per il Servizio di Base, riconoscendo, di fatto, un rimborso forfetario del 60%».

Un piano, viene rimproverato poi, «nato su proposta di Areus che, naturalmente si è ben guardata di prendere in considerazione i rilievi sollevati dalle rappresentanze degli ETS, già espressi nel 2022, bocciando la prima stesura del progetto. Non rispettando, quindi, quanto previsto dalla normativa circa le fasi di co-progettazione e co-programmazione dei rapporti».

A destare maggiore perplessità, oltre al «mancato coinvolgimento», sembra essere, in particolare, la decisione di riduzione dei rimborsi.

Spiegano infatti le Organizzazioni del Terzo Settore: «Se davvero avesse considerato il reale e legale costo del personale regolarmente retribuito, l'Assessore, invece che ridurre il rimborso, avrebbe dovuto aumentarlo notevolmente, sia per la convenzione del nuovo tipo di servizio, sia per le quasi 200 postazioni di soccorso gestite dagli Enti del Terzo Settore, che operano tutti i giorni, nell’emergenza».

Infine, conclude la nota, «sulla tempistica usata per approvare le delibere la perplessità è d’obbligo». AREUS – «L'Azienda Regionale per l'Emergenza urgenza è pronta alla grande sfida, quella di rimettere mano alla vecchia rete di soccorso ferma da 26 anni», aveva invece evidenziato Areus comunicando l’ok della Regione al nuovo Piano, definito, «frutto di uno studio approfondito sui dati di attività, messi a confronto con i tempi di percorrenza su strada, i tempi di volo del servizio di elisoccorso dalle tre basi di Elmas, Alghero e Olbia e la popolazione di riferimento, mappando comune per comune». Il tutto, con «l’obiettivo di portare importanti benefici soprattutto alle zone particolarmente disagiate per via delle difficoltà dei collegamenti viari».

Ancora, ha rimarcato Areus, «il Piano si prefigge di garantire la copertura ottimale e l'adeguata funzionalità dei percorsi clinico assistenziali in un territorio vasto e complesso come quello sardo. Si tratta di una revisione storica che per la prima volta doterà la Sardegna di un nuovo sistema del soccorso extra ospedaliero».

(Unioneonline/l.f.)

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