Da circa 20 anni gestiva il complesso archeologico di Santa Sabina, (sito di eccellenza a livello regionale), quindi quello di San Lorenzo e il pozzo nuragico. La cooperativa Old Sardigna oggi ha compiuto l'ultimo atto e ha chiuso i battenti tra le polemiche, sospendendo il servizio che veniva erogato a favore di centinaia di visitatori (da 3 mila fino a 10 mila persone l'anno), dove vi lavoravano i soci della stessa cooperativa, il presidente Giovanni Cappai, Checco Nieddu, Carlo Serra e Francesca Pischedda.

«Sono venute meno le condizioni per fare impresa - è stato detto nel corso di una conferenza stampa dai soci della cooperativa - in questi anni abbiamo dimostrato passione e impegno, pur con tante difficoltà. Ora sono venute a mancare le condizioni essenziali per poter andare avanti. Abbiamo deciso di non rinnovare la convenzione col Comune per motivi plausibili. Le aree archeologiche non possono essere gestite  come impresa senza il contributo della Regione. Abbiamo sollevato il problema, ma dal Comune, proprietario dei siti archeologici, non è arrivato nessun incoraggiamento. Troppa negligenza. Tra l'altro nei siti mancano quasi totalmente i dispositivi di sicurezza e anche il prezzo del biglietto (3 euro a persona), che non ci permette di andare avanti».

Che fare? «Siamo più che convinti che senza il contributo pubblico non è possibile gestire questi monumenti. Abbiamo più volte sollecitato il Comune, ma non ci è stata data nessuna risposta. La serrata è quindi necessaria». Il sindaco, Gian Pietro Arca, risponde a stretto giro di posta: «Prendo atto con sincero rammarico di quanto dichiarato dalla Cooperativa. Si tratta di parole che addolorano, soprattutto alla luce dell’impegno costante con cui l’amministrazione ha sempre operato con senso di responsabilità e nel pieno rispetto di tutte le realtà del territorio, comprese le cooperative locali. In particolare, questa amministrazione, così come, per quanto mi consta, anche quelle che l’hanno preceduta, ha sempre sostenuto e accompagnato l’attività della cooperativa, ogni volta in cui vi sono state le condizioni per farlo. Nonostante il dispiacere per tali affermazioni, non ritengo utile alimentare polemiche che rischiano solo di creare divisioni. Mi limito quindi a contestarle con fermezza, lasciando a ciascun cittadino la libertà di giudicare con equilibrio e buon senso».   

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