Siccità, il dramma di Posada: «Non più solo un grido d'allarme, siamo disperati»
Il primo cittadino: «Situazione fuori controllo». Il Comune in ginocchio, le prime restrizioni ad aprileNon più un grido di allarme. Ora il grido è di totale disperazione. Il sindaco di Posada, Salvatore Ruiu, definisce drammatica la situazione idrica attuale. La prima ordinanza di restrizioni d’uso relative all’ambito agricolo è stata emanata nel mese di aprile. A poco o nulla sono servite le interlocuzioni con la Regione Sardegna nel mese di maggio dopo predisposizione di una cabina di regia ad hoc.
La diga di Maccheronis continua a perdere acqua (l’attuale livello è pari a 3,6), con grandissime difficoltà di idratazione per il bestiame e per i terreni agricoli. Si distribuisce acqua con camion ogni mattina.
«Mi svegliavo tutti i giorni alle 6 del mattino e organizzavo personalmente un tour di camion per la distribuzione dell’acqua in alcune zone di Posada. Da una ventina di giorni per impegni comunali ho investito un addetto che si potesse occupare di accompagnare i camion», afferma con preoccupazione il primo cittadino di Posada.
È stato eseguito un progetto con 13 cisterne in cemento, rifornite di acqua potabile da Abbanoa, distribuite nel territorio di Posada (ad esempio, centro storico, frazione di San Giovanni, e strade prossime al mare). Da tre settimane per le elevate concentrazioni di manganese e metalli pesanti è stata dichiarata la non potabilità dell’acqua distribuita in alcune zone del territorio.
L’incremento delle richieste legate ai flussi turistici, in associazione alle esigenze dei residenti, crea una condizione emergenziale. L’interessamento del Rio Posada non può essere considerato una valida soluzione per via della sua salinificazione.
In assenza di interventi efficaci ci saranno significativi problemi a settembre con la ripresa delle attività lavorative e l’apertura delle scuole.