Mesi e mesi per fare una visita medica. E poi, quando la fatidica data si avvicina, lo smacco di vedersi l'appuntamento ulteriormente rinviato. Di giorni? Settimane? No, mesi. Sette per la precisione.

È quanto accaduto ad Antonio Arcadu, 77 anni, contabile in pensione di Nuoro, reduce, in seguito a un tumore, da un delicato intervento per la rimozione di un rene.

"COME UN PACCO" - Stufo - dice - di "essere trattato come un pacco postale contenente merce senza valore", ha deciso ("ma non è la prima volta") di denunciare la situazione a suo dire "insostenibile" in cui si trovano molti altri pazienti oncologici.

"A marzo - racconta a L’Unione Sarda - sono stato sottoposto a una normale visita al reparto di Nefrologia dell’ospedale San Francesco. Il referto riporta 'funzione renale lievemente ridotta rispetto al precedente controllo', dunque mi hanno chiesto di sottopormi a ulteriori esami in vista del controllo successivo, da fare dopo 5 o 6 mesi".

200 GIORNI - Arcadu, allora, contatta come da prassi il C.U.P. (Centro Unico di Prenotazione) che gli fissa un appuntamento all'inizio di agosto. Ma alla fine di giugno riceve una telefonata inaspettata.

"Mi comunicano che la visita era stata spostata. E sapete quando? A marzo 2018". Oltre duecento giorno dopo.

Che fare? "Mi sono recato in reparto - prosegue Arcadu - con atteggiamento rispettoso, ma alquanto duro nei toni e ho cercato di spiegare che la malattia ci ha abbondantemente minati nel fisico e pertanto mi batterò affinché individui insensibili e privi di scrupoli non ci demoliscano anche psicologicamente".

MINIMO SINDACALE - La presa di posizione, almeno, un risultato l’avrebbe portato. "Le persone con le quali ho interloquito - spiega il pensionato - non hanno cercato di girare intorno al problema e si sono dimostrate disponibili a risolverlo immediatamente. Conclusione: mi hanno accorciato i tempi, riducendoli da marzo 2018 a ottobre 2017".

Il minimo sindacale, direbbe qualcuno. A cominciare da Antonio: "A me hanno ridotto i tempi, che restano sempre abbastanza lunghi, ma mi è comunque rimasto il magone poiché ritengo di non essere l'unico ad aver avuto questo problema. Il mio pensiero è rivolto a quelle persone che non hanno né la forza né la capacità di lottare come ho fatto io e sono vessate da questa iniqua situazione".

"INACCETTABILE" - "Voglio rendere merito - precisa poi Arcadu - a quelle persone che svolgono il proprio operato con competenza, disponibilità e cortesia, e nel San Francesco ce ne sono. Ma certe cose restano comunque inaccettabili".

Infine, la chiosa: "Ringrazio Dio che mi consente di avere ancora testa, gambe e qualche altra opportunità per non subire passivamente questi soprusi che i nostri politici e amministratori ci propinano a piccole dosi giorno dopo giorno".
© Riproduzione riservata