Dopo uno stop di 3 anni a causa dell'emergenza Covid e per l'assenza di un'aula, nel palazzo di giustizia, che riuscisse a contenere 59 imputati,  si è aperto ufficialmente a Nuoro il dibattimento del maxi processo sull'alluvione che nel novembre del 2013, con il passaggio del ciclone Cleopratra, provocò morte e distruzione in gran parte della Sardegna.

Il procedimento è ripreso con la nuova giudice monocratica Elena Meloni, in sostituzione del collega Giorgio Cannas trasferito ad altra sede. 

Tra gli imputati amministratori e dirigenti di enti pubblici, rappresentanti locali di varie imprese, tra cui l'ex presidente della Provincia di Nuoro Roberto Deriu, l'allora comandante del Corpo Forestale Gavino Diana e l'ex direttore dello stesso ente, Carlo Masnata.

Sono accusati a vario titolo di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose per il cedimento del manto stradale su cui morì il poliziotto Luca Tanzi, per l'esondazione della diga Maccheronis a Torpé, che intrappolò in casa uccidendola l'anziana Maria Frigiolini, e per il crollo del ponte sul rio Sologo a Galtellì. Tre filoni di indagine confluiti poi in un unico processo.

Per alcuni reati c'è il rischio prescrizione, non però per il disastro colposo che ha tempi più lunghi.

Non è stata svolta nessuna nuova attività istruttoria: si è ripreso quindi dalla rinnovazione del dibattimento istruito dal giudice precedente. Sono stati dichiarati utilizzabili tutti gli atti già entrati nel fascicolo e sono state rinnovate e riaccolte le richieste di ammissione di prove.

Il processo è stato aggiornato al 5 e 6 giugno per il controesame dei consulenti della pm Ilaria Bradamonte, gli ingegneri Sante Mazzacane, Marco Bruni e Alberto Bizzari e il geologo Bruno Grego. Già sentiti in aula prima della sospensione del procedimento, tutti i testi dell'accusa. 

(Unioneonline)

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