Scontro tra periti questa mattina nella nuova udienza in Corte d'assise nel processo sul delitto commesso il 25 gennaio dello scorso anno a Lula di Angelo Maria Piras. Sul banco degli imputati il fratello Nico e sua moglie Alice Flore.

Alcune frasi pronunciate dalla coppia il giorno dell’omicidio e trascritte dai carabinieri vengono sentite solo da alcuni consulenti, ma non da tutti.

Davanti alla corte presieduta dal giudice Giorgio Cannas (a latere Annalisa Useli Bacchitta) il processo si è snodato su un lungo e dettagliato confronto sulle traduzioni effettuate dai periti dell’accusa, di parte civile e della difesa. E, non sempre si è arrivati alla stessa conclusione.

Nella prossima udienza fissata per il 18 gennaio ci si spingerà oltre e in aula verranno sentiti interi stralci delle intercettazioni che incastrerebbero i coniugi.

Entrambi attraverso gli avvocati Mario Lai e Angelo Manconi respingono fin dalla prima ora tutte le gravissime accuse che gli vengono contestate.

Anche ieri l’avvocato Mario Lai ha reiterato la richiesta degli arresti domiciliari per la sua assistita chiedendo che potesse scontare la misura cautelare nell’abitazione dei genitori di Bitti, in virtù delle sua precarie condizioni di salute.

Angelo Maria Piras, allevatore di Lula, era stato ucciso all’alba dello scorso anno, una volta arrivato nel podere: venne raggiunto da una scarica di fucilate che non gli diede scampo. La pista che seguì da subito la Procura virò immediatamente nella direzione del fratello Nico con cui da anni i rapporti erano particolarmente tesi e spesso erano degenerati anche in veri e propri scontri fisici. Fino all’arresto con la moglie.
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