Nuoro non ha più una discarica dove conferire gli inerti da demolizione. Lo stop, martedì, a quella di Su Berrinau ha gettato il comparto edilizio nel caos, con le aziende costrette a conferire a decine di chilometri di distanza, Siniscola, Benetutti o Bolotana, con un aumento dei costi che per un metro cubo di macerie potrà passare dai 10 euro sino a 250 euro a causa del trasporto. Aumenti che verranno scaricati tutti sulle spalle dei committenti. Il rischio, senza un sito autorizzato dove conferire, è quello di un proliferare di discariche abusive nelle periferie e nelle campagne attorno alla città.

L’allarme dalla Cna, la confederazione artigiani che in due giorni ha raccolto un centinaio di proteste dagli associati. Il segretario Giuseppe Zizi avverte: «Il Comune trovi una soluzione per le imprese, o sarà il caos». A decretare la chiusura il dirigente del settore ambiante Stefano Nocco. «Dal 2 luglio la discarica per inerti in località "Su Berrinau" rimarrà chiusa – scrive -. Società private e imprese edili dovranno pertanto trasportare e conferire i rifiuti inerti da costruzione e demolizione presso altri impianti di trattamento autorizzati. I privati cittadini potranno conferire i rifiuti di piccoli interventi (massimo 30 chili) di demolizione in ambito domiciliare, presso l'ecocentro di Prato Sardo».

Chiusura obbligata dopo un lungo iter. Sulla discarica di Su Berrinau, si era pronunciata la corte d’Appello di Cagliari che nel 2013 aveva condannato il Comune al rilascio dell’area. L’amministrazione, nel 2020, si era vista rigettare dalla Provincia l’istanza di rinnovo dell’autorizzazione regionale per «la mancanza di titolo attestante la piena disponibilità dell’area su cui è insediato l’impianto». Da qui è stato avviato prima un bando per trovare un’area adeguata, andato deserto, e poi le trattative per l’acquisito dell’area privata di Su Berrinau. Ma nel mentre arriva la chiusura inderogabile. «Le imprese sono in difficoltà – avverte Zizi – dovendo conferire a Siniscola o Bolotana perderanno mezza giornata di lavoro, la decisione mette in ginocchio il comparto con un aumento dei prezzi, poi c’è il rischio di discariche abusive in periferia. La soluzione immediata è reperire un’area dove poter conferire in uno scaricabile, che poi verrà portato in discarica».

A fotografare la situazione l’impresario Nicola Cadoni: «È un disastro, oggi non sai dove conferire le macerie. La cosa controversa è che a Prato Sardo possono buttare i privati 4 o 5 secchi ma le imprese non possono accedere. Un solo bagno crea inerti per 13 quintali di demolizioni, se conferire un metro cubo prima costava 10 euro, ora i costi lievitano perché c’è il trasporto, 2,5 euro a chilometro. Per andare a Siniscola si parla di 250 euro in più. Il Comune deve trovare subito un’area». Un allarme che crea forte preoccupazione anche in Forestas che vede più che concreto il rischio di un proliferare immediato di discariche abusive tutte attorno alla città.

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