“Cara maestra” …. Comincia così una e-mail arrivata il 5 dicembre scorso a poche ore dalla fine delle lezioni scolastiche, nella casella personale di un’insegnante di una scuola elementare di Nuoro. Mail che giustificava il figlio, impossibilitato ad esercitarsi con il flauto a causa del disturbo arrecato agli altri condomini del palazzo.

Una mail dove la mamma, ponendo l’accento “sull’importanza” del compito, chiedeva alla maestra di ospitare in casa propria il figlio durante le esercitazioni con lo strumento. Poche righe dirette e una giustificazione senza fronzoli: «Cara maestra, volevo comunicarle che mio figlio non potrà esercitarsi con il flauto a casa per il benessere del condominio. Vorrei però rendermi disponibile ad accompagnarlo a casa sua per effettuare l'esercitazione, visto e considerato l'importanza del compito. Le auguro una buona giornata e le porgo i miei saluti».

La risposta della maestra (non riveliamo il nome per salvaguardare il piccolo, suo malgrado al centro di questa vicenda) è arrivata subito. Ma non è stata affidata ad una tastiera e ad una mail di risposta. L’insegnante ha chiamato la mamma al telefono: «Le ho spiegato – racconta – che lo avrei fatto esercitare solo in classe per non turbare l’equilibrio del condominio e quello della madre».

Al telefono la mamma aveva spiegato che il divieto era dettato dal regolamento condominiale.

© Riproduzione riservata