Sulla crisi della sanità sarda e della carenza dei medici soprattutto del centro Sardegna l’assessore regionale Mario Nieddu era stato chiaro: "Non ci sono più medici da assumere" aveva detto.

Una frase che non è passata inosservata a Giacomo Marini, medico 35enne di Monserrato, specializzato in endocrinologia e malattie del metabolismo, che ha lavorato per la medicina convenzionata del Distretto di Nuoro, e il 31 ottobre è in scadenza di contratto.

Come lui, con un contratto di abbattimento liste d’attesa a termine, altri specialisti che rischiano di tornare a casa. "Quella è un frase totalmente lontana dalla realtà - dice Marini - per risolvere i problemi della medicina del territorio bisogna parlare con chi ci lavora ossia medici, infermieri e oss".

Marini, diabetologo, ha lavorato per la medicina convenzionata del Distretto di Nuoro (Gavoi), Macomer e Siniscola (Orosei) per un totale di 38 ore settimanali da novembre 2021, dopo un primo rinnovo ha proseguito nel Distretto di Nuoro (allo Zonchello, Gavoi e Bitti) e di Macomer, sempre con 38 ore settimanali.

"Il mio contratto scade il 31 ottobre – continua - Ho contattato da tempo sia la Medicina convenzionata che la direzione del Distretto per ricordare questa scadenza. La risposta è stata che non ci sono fondi per rinnovare il mio contratto. Così dal primo novembre i 200-250 pazienti che vedo ogni mese e ho stabilizzato con fatica rimarranno senza specialista di riferimento. I più fragili e con diagnosi recenti potrebbero scompensarsi e intasare i vari Pronto soccorso".

Dai pazienti arrivano i primi segnali di disagio. A Bitti, per esempio, i pazienti perdono contemporaneamente anche il medico di base e novecento persone si ritrovano senza assistenza primaria. Marini ricorda che i pazienti a volte sono spaesati dal continuo via vai di medici: "Il legame di fiducia che si crea con il paziente è fondamentale. Qualcuno mi ha detto: ‘Lei è il settimo diabetologo che vedo’”.

Parla dei contratti rinnovati all’ultimo momento. Dice: "Serve qualcosa di strutturato". Le malattie croniche, se non curate sul territorio, intasano i Pronto soccorso con costi che lievitano con i ricoveri: da 700 euro a notte per paziente. E sui medici di base: "Mancano perché non vengono formati. Dopo la laurea occorre fare un corso triennale in cui si è sottopagati, nemmeno mille euro al mese". 

Fabio Ledda

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