Si concluso questo pomeriggio con la lettura della sentenza il processo più vecchio pendente a carico del collegio giudicante del Tribunale di Nuoro.

Alla sbarra cinque persone tutte accusate di traffico e detenzione di armi da guerra in concorso.

Per tre di loro sono fioccate le condanne - leggermente inferiori a quelle chieste dal pm Giorgio Bocciarelli - per altri due è arrivata invece la sentenza di assoluzione.

Le pene più pesanti sono state inflitte al lulese Severino Satta (4 anni e 6 mesi) e al mamoiadino Cosimino Gungui (4 anni e 9 mesi),mentre all'ogliastrino Claudio Piroddi la condanna inflitta dal presidente Giorgio Cannas è stata di 3 anni e 6 mesi.

Assolti invece altri due imputati, sempre di Mamoiada, Pietro Gungui e Daniele Di Loreto.

La vicenda che li ha portati a processo risale a dodici anni fa, quando confluirono in un unico fascicolo le indagini dei carabinieri di Nuoro per armi con un troncone di un'altra inchiesta della Dda di Cagliari per sequestro di persona.

L'episodio che allertò i carabinieri di Mamoiada avvenne nel 2004 quando una donna si recò in caserma dicendo di aver notato un involucro nel suo terreno.

Anziché sequestrare il kalashikov che trovarono dentro quel sacco i militari decisero di lasciarlo sul posto per verificare se qualcuno poi andava a riprenderla.

Quella stessa sera, i colleghi notarono il passaggio di un’auto, con all’interno Severino Satta e Di Loreto, lungo una strada adiacente al terreno dov’era stato posizionato l’involucro.

L’attività di indagine aveva poi portato all'arresto di cinque giovani con l'accusa di traffico di armi.

Ad inchiodarli ci sarebbero state alcune intercettazioni telefoniche ed ambientali. Nel caso di Severino Satta (difeso dall'avvocato Francesco Lai) anche le sue imprese digitali nel sacco che conteneva l'arma da guerra. Per Daniele Di Loreto (tutelato dall’avvocato Giuseppe Monni) lo stesso pm aveva chiesto l'assoluzione riconoscendo un coinvolgimento marginale nella vicenda, stessa cosa per Pietro Gungui, diversamente dal fratello Cosimino (entrambi difesi dall’avvocato Aldo Petta), mentre un'altra intercettazione avrebbe rivelato la cessione di una carabina tra Claudio Piroddi (avvocato Nazarena Tilocca) e Severino Satta.
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