Una volta venivano chiamate "taglie forti". Oggi si chiamano "curvy": letteralmente formose, morbide, prosperose. Non necessariamente grasse, anzi: "Una ragazza come me ne è l'esempio. Ho delle rotondità fisiologiche, ma niente di più".

Maria Grazia Loddo Frogheri le curve le ama. Mamma di Nuoro, papà di Lanusei, classe 1977, quarant'anni portati miracolosamente, fin da bambina è appassionata di rally, "perché quella per i motori è una passione di famiglia".

Questa estate salirà a bordo di un'auto da gara, in Sicilia, per cimentarsi come navigatore in un appuntamento professionistico, sotto la bandiera della scuderia Mistral. "Ma spero di passare presto alla guida", dice, "mi sembra di essere pronta". Ed è pronta anche per un'altra sfida: posare per l'edizione web italiana di Playboy. Qualcosa che non capita tutti i giorni. E se la prova Internet verrà superata, potrebbe finire anche nell'edizione cartacea.

CHI È - Questa ragazza decisa, volitiva e di polso da adolescente sognava di fare la pittrice. "Mi sono iscritta al liceo artistico, a Cagliari, che allora era ancora in piazza Dettori. Ho frequentato le lezioni di Milena Agus, che poi è diventata una scrittrice affermata. È qui che ho imparato ad apprezzare il nudo. A considerarlo una forma d'arte". Nel 1994 si iscrive quasi per gioco alle selezioni di Miss Italia, quelle poi vinte da un'altra sarda, Alessandra Meloni. "Esperienza interrotta quasi subito per una piccola disavventura familiare: alla fine non andai a Salsomaggiore Terme". Ci riprova nel 1996, l'anno di Denny Méndez. Poi la trafila alla ricerca di un lavoro da fotomodella, "che in quel periodo storico non era affatto facile. Non esistevano i social, ognuna di noi creava un book e lo faceva girare, nella speranza di una chiamata".

IL LAVORO - Arrivano le prime proposte di lavoro, anche importanti, ma il percorso è una gara in salita, e a volte per arrivare al traguardo bisogna scendere a compromessi. "Mi dissero di perdere qualche chilo. Quanti? Cinque, sei, perfino dieci. Ne pesavo 46, sono alta un metro e settanta. Dissi no all'idea di arrivare a snaturarmi".

Una scelta coraggiosa, e con il senno di poi anche azzeccata. Arrivano le parentesi dietro il bancone di un pub, "come bar-lady", poi un'improvvisa malattia dell'amata madre interrompe anche questa nuova avventura professionale. Non il sogno di arrivare sempre in cima.

"Nel 2004 ho ripreso a far girare le mie immagini: con la nascita di Facebook, è diventato molto più semplice. Divento testimonial di alcuni prodotti, tra cui un Energy drink, guadagno abbastanza per ritenermi soddisfatta. E apro un'agenzia di eventi e hostess che si chiama Destra 3".

L'OCCASIONE - Alla fine di una lunga strada piena di tornanti arriva la chiamata di Playboy. Il coniglietto con il papillon, un brand tra i più conosciuti al mondo. "Il magazine fondato da Hugh Hefner nel 1953, che ha come motto "la nudità è una cosa normale", da qualche tempo ha una nuova filosofia", spiega, "nel primo numero c'era una fotografia di Marilyn Monroe, accompagnata da un editoriale che diceva: se sei un uomo tra i 18 e gli 80 anni, Playboy è quello che fa per te. Oggi l'idea di fondo non è poi molto distante. Chi lo compra cerca un'idea di bellezza di classe", dice. E aggiunge: "Prima erano i fotografi a proporre le ragazze alla rivista. Ora è la redazione che le cerca. Come? Attraverso i social network, selezionandole a seconda di alcune caratteristiche che appartengono a un particolare target. Io sono stata chiamata in questo modo, anche grazie ai miei numerosi follower. Se supererò la prova del sito, dove sarò presente a breve, avrò una vetrina nel giornale cartaceo". Vergogna? "No, il mio nudo è raffinato. La volgarità è un'altra cosa".

Guido Garau
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