Il fronte unico del'Unione dei Comuni del Marghine si sgretola di fronte al problema legato alla accoglienza dei migranti.

Solo sei consigli comunali su dieci hanno deliberato per l'adesione allo Sprar, per la cosiddetta micro accoglienza diffusa e per avere la garanzia della clausola di salvaguardia, che assegna 3 migranti per ogni mille abitanti.

Vi hanno aderito i comuni di Macomer, Borore, Silanus, Bortigali, Sindia e Birori, mentre hanno detto no i Comuni di Lei, Noragugume e ora anche Dualchi.

Resta in bilico il Comune di Bolotana, che non deciderà entro oggi (data fissata dal ministero come termine ultimo per l'adesione allo Sprar), ma si riserva di farlo prima del 30 ottobre.

È ormai certa, invece, la scelta dell'ex carcere di Macomer, per la creazione del Cpr della Sardegna, (il Centro di Permanenza per i Rimpatri).

Un argomento che sta suscitando perplessità, paure e tante polemiche tra la gente, le forze politiche e le attività commerciali.

"Intanto la riapertura dell'ex carcere non pregiudica in nessuna maniera l'adesione allo Sprar e la micro accoglienza diffusa - dice il sindaco Antonio Succu - l'ex carcere potrà essere una struttura detentiva, affidata a soggetti specializzati, che garantirà comunque la tutela e la sicurezza della popolazione. Tutto questo - precisa il sindaco - a patto che il Marghine non sia oggetto di CAS (centro di accoglienza straordinaria, come potrebbe essere l'ex Motel Agisp), ma solo di microaccoglienza diffusa con l'adesione volontari alla rete Sprar". Perplessità vengono espresse anche dai rappresentanti di Confcommercio e Confesercenti, Roberto Melis e Pinuccio Meloni.
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