Rischiano la paralisi per mancanza di personale specializzato gli uffici del Giudice di Pace.

Delle due impiegate, una è prossima alla pensione, mentre l'altra ha chiesto di rientrare nei ranghi del Comune di Macomer.

Una situazione che potrebbe mettere a rischio la conferma dell'apertura del Giudice di Pace anche per il 2020.

Si rischia grosso per un servizio la cui gestione è affidata da un paio di anni all'Unione dei Comuni del Marghine.

"Stiamo correndo ai ripari - rassicura il presidente dell'Unione dei Comuni del Marghine Luigi Daga (68 anni) - per evitare che questo servizio venga meno, in una fase alquanto importante. Per questo è stato riaperto il bando per l'assunzione di due impiegati da formare, attingendo dai comuni che fanno parte dell'Unione, ma anche ad altri del circondario. Per noi è fondamentale tenere in piedi il servizio".

I tempi per la formazione però si prospettano non brevi.

Il Giudice di Pace è stato riaperto tre anni fa, grazie all'iniziativa dei dieci comuni dell'Unione del Marghine, che pagano tutte le spese di gestione, nel locale messo a disposizione dal Comune di Macomer, dove c'era la sede della sezione staccata del tribunale di Oristano.

In quelli uffici vengono sbrigate oltre 200 pratiche l'anno e potrebbero raddoppiare con l'apertura a Macomer del Cpr, il centro di permanenza e rimpatrio dei migranti irregolari.
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