"Il Comune non ha mai avanzato proposte di acquisto per il Teatro Costantino e una tale affermazione pregiudica e scoraggia eventuali contatti con altri potenziali acquirenti".

Tengono a precisarlo, in una lettera, i proprietari della struttura. Aluise e Mariano Barria, dopo che a causa di un errore tecnico nell'articolo pubblicato su L'Unione Sarda dal titolo “ll Padiglione Tamuli è brutto?” una dichiarazione dell’assessore alla cultura Tiziana Atzori è syaya pubblicata incompleta.

In realtà il passaggio (pubblicato integralmente sull’Unionesarda.it) era il seguente: "L’assessore, ricordando gli innumerevoli tentativi fatti per mantenere in vita il Costantino (comprese le proposte di acquisto e di gestione avanzate da vari soggetti interessati, ma rifiutate dai proprietari del Cinema), sottolinea come la scelta del Tamuli abbia garantito la presenza del teatro».

Su L'Unione Sarda la dichiarazione è uscita monca di qualche parola dando l’impressione che le proposte di acquisto fossero state avanzate dal Comune. Un’omissione che ha scatenato una polemica che comunque riapre una ferita ancora fresca.

I proprietari del “Costantino” precisano inoltre che: «La soluzione di una Fondazione o di un Consorzio di Enti in cui inserire la struttura del già esistente Teatro Costantino - scrivono Aluise e Mariano Barria - al fine di rilanciarne l’attività teatrale, ma non solo, avanzata a suo tempo anche dall’Associazione Nino Carrus, potrebbe essere lo strumento che l’amministrazione o l’Unione dei Comuni o altri Enti interessati potrebbero utilizzare se solo volessero. È ovvio che le scelte amministrative spettano all’amministrazione, così come peraltro spetta ai proprietari la valutazione di eventuali proposte che dovessero essere fatte".

E ancora: "Se, invece, l’amministrazione dovesse legittimamente ritenere che le rappresentazioni teatrali possano essere fatte ovunque con gli stessi risultati, nel rispetto dovuto si chiede almeno che la difesa davanti ai cittadini di queste scelte, non comporti necessariamente l’insulto né ad una struttura che è stata paragonata con eleganti espressioni prima ad una macelleria, poi ad un contenitore, né ai suoi proprietari, le cui tasse, con altrettanto elegante espressione, non potevano essere spalmate sugli altri cittadini, mentre, sorge spontanea la constatazione, altri costi eventualmente sì».
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