Al Cpr di Macomer ancora una notte di inferno.

Un gruppo di ospiti dell'unico centro in Sardegna per la permanenza e rimpatrio dei migranti irregolari, durante la notte ha dato fuoco ad un mucchio di carta, facendo scattare il sistema antincendio. In poco tempo la struttura è stata allagata, creando disagi agli altri ospiti, che hanno dovuto trascorrere una notte in bianco tra le proteste.

Disordini, minacce, aggressioni e anche devastazioni, sarebbero ormai all'ordine del giorno all'interno di quella struttura che è stata aperta soltanto 28 giorni fa.

Voci di episodi di violenza, aggressioni al personale sanitario, rimbalzano ormai quotidianamente dall'interno della struttura. Voci mai confermate (ma manco smentite) dalla Prefettura, che però sono rimbalzate fino a Roma, con una lettera al ministro Lamorgese da parte del parlamentare della Lega, Eugenio Zoffili.

Una situazione che però non si sta ripercuotendo all'esterno, anche se a Macomer le preoccupazioni e le polemiche non mancano.

Sotto attacco la Giunta comunale, anche se Rossana Ledda, sindaco facenti funzioni, cerca di dare una spiegazione a quanto sta avvenendo nell'ex carcere.

"Si tratta di problemi di gestione interna al Cpr, nella quale il Comune non ha nessuna competenza e che si spera di poter argomentare, appena sarà costituito l'organismo di controllo, per il quale abbiamo il via libera della Prefettura. Possiamo però dire che all'esterno non si registrano lacune". La tensione è però alle stelle.
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