Dal 1 gennaio, se non accadono fatti nuovi, oltre 2 mila persone dei paesi del Marghine rimarranno senza assistenza medica.

Una situazione drammatica, messa in evidenza dai sindaci del territorio, in particolare dalla sindaca di Noragugume, Rita Zaru, che ha chiesto l'intervento di Emergency. L'assessore regionale alla sanità, infatti, ha comunicato che, secondo quanto disposto dalla legge regionale, l'attività dei medici impiegati nell'Usca non potrà essere prorogata oltre il termine del 31 dicembre. Gli stessi medici, finora, sono stati impiegati anche nei comuni dove i medici di base mancavano.

Poche ore la settimana, ma quella presenza era comunque una garanzia. Gian Pietro Arca, presidente dell'Unione dei Comuni scrive: «Mi permetto di porre all'assessore regionale alla sanità due semplici domande: a partire del primo gennaio 2023 chi presterà l'assistenza medica di base alle oltre 2 mila persone del Marghine che attualmente si trovano, loro malgrado, senza un medico di medicina generale? Chi dovrà occuparsi di assistere i pazienti positivi al Covid-19, vista la nuova variante che si sta diffondendo in Cina e considerato che nel nostro territorio mancano i medici di base?».

Rita Zaru, a fronte di questa grave situazione, chiede l'intervento di Emergency. «Chiedo la vostra disponibilità - scrive la sindaca - ad approntare un ambulatorio di medicina di base nel mio paese, ma anche per tutta la popolazione residente al fine di garantire il servizio essenziale che ci viene negato. Mi appello al vostro principio di solidarietà e rispetto dei diritti umani». La sindaca tra l'altro aggiunge: «Abbiamo la consapevolezza di essere soli a dover fronteggiare un'emergenza sempre più crescente e non poter fornire risposte a quanti ne hanno bisogno". 

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