"È un'emozione unica". Carlo Sanna, il trionfatore del Palio dell'Assunta, lo dice mentre è in giro per Siena a festeggiare con la Contrada dell'Onda che sventola il Drappellone.

I re della città sono loro: il fantino venuto da Sindia e Porto Alabe, il cavallo anglo-arabo-sardo allevato e allenato a Mores dalla famiglia Cossu, il padre Giuseppe e il figlio Piero. Nelle ultime 48 ore c'è stato un ponte virtuale tra Sindia e Siena. La festa impazza, anche perché era da quattro anni esatti che l'Onda non vinceva il Palio, e lo aveva fatto tra l'altro grazie a un altro fantino sardo, Giovanni "Tittia" Atzeni.

Ventotto anni, Carlo Sanna dal 2014 si è trasferito a Siena con la famiglia per seguire la sua passione: fare il fantino con la propria scuderia. E poco dopo la vittoria, Carlo ha fatto una dedica al fratello maggiore che non c'è più.

Ha fatto centro al settimo tentativo il fantino del Marghine, anche se a luglio c'era andato vicino con Renalzos per l'Aquila, dietro Jonatan Bartoletti detto "Scompiglio" (Giraffa) che ha piazzato il suo tris personale.

Cosa è cambiato rispetto al Palio di luglio?

"Questa volta il cavallo ha espresso tutto quello che aveva, al terzo giro ho capito che avevo ancora motore, e ho potuto fare il sorpasso all'esterno".

Il soprannome "Brigante"?

"Quando sono arrivato a Siena nelle corse in provincia mi dicevano che ero sempre un furbone, stavo zitto e poi scattavo. Loro il termine brigante lo usano così, noi diciamo "mazzone", volpe".

I cavalli sono una tradizione di famiglia?

"Certo. Mio padre Salvatore era allevatore di anglo-arabi, poi ci sono i miei zii, i fratelli Cossu, allevatori anche loro. Gli anglo-arabi per i palii sono i migliori: più resistenti e affidabili, abituati a fare le curve strette".

Mai corso negli ippodromi?

"No, però ho lavorato a Chilivani per dieci anni nella scuderia di Cosimo Congiu ed è stata una bella scuola. Di mattina andavo all'ippodromo e di sera domavo cavalli a Sindia insieme a Demetrio Cossu".

C'è un fantino al quale si è ispirato?

"Sicuramente Salvatore Ladu detto "Cianchino" e Andrea Degortes "Aceto" ma anche Luigi Bruschelli, "Trecciolino": loro sono il top".

Cosa cambia dopo avere vinto a Siena?

"Aumentano le possibilità di avere cavalli migliori ai prossimi palii, anche perché per vincere ci vuole un buon cavallo".

E a Sindia ci torna per l'Ardia?

"Quella non si tocca. Ci sono sempre. Noi ne abbiamo più di una perché le dedichiamo a San Giorgio, San Raffaele e Sant'Isidoro. Qualche mese fa ho anche portato mio figlio di 9 anni. È una tradizione per noi di Sindia. Non si può mancare".

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