"Diseredate i mariti che uccidono le mogli": la proposta di legge alla Camera
Dopo l’emozione legata alla tragedia di un uomo che uccide la moglie restano i problemi di cui nessuno più parla. I problemi dei figli, orfani di madre e con il padre in prigione. Problemi affettivi, certo ma anche economici che le vittime, e i loro tutori (quasi sempre i parenti più stretti), devono affrontare per partecipare ai processi, ottenere il risarcimento del danno e far diseredare l’assassino.
Una proposta di legge che affronta questi temi viene presentata questa mattina alla Camera dei deputati da Roberto Capelli (Centro democratico) primo firmatario, insieme all’avvocata e consigliera regionale Annamaria Busia, in qualità di responsabile del settore Giustizia del Cd.
L’obbiettivo è quello di rispondere alla drammatica esigenza di giustizia e alla volontà di garantire maggior tutela ai figli delle vittime di femminicidio.
Per testimoniare l’importanza dell’iniziativa questa mattina a Roma c’è anche Graziella, la sorella di Dina Dore, assassinata a 38 anni nel marzo 2008 a Gavoi davanti alla figlioletta Elisabetta di otto mesi: per quel delitto il vedovo, Francesco Rocca, è stato condannato in primo grado all’ergastolo (il processo d’appello comincerà dopodomani a Sassari). Alla presentazione partecipa anche Vanessa Mele: aveva cinque anni quando la madre è stata assassinata dal padre.
Raggiunta la maggiore età ha cambiato il cognome: via quello del padre per prender quello della madre. Poi ha ingaggiato col genitore assassino una battaglia legale attorno alla pensione di reversibilità della madre.
Alle 16 la presidente della Camera, Laura Boldrini, incontrerà Annamaria Busia, Roberto Capelli, Graziella Dore, Mariangela Sedda (sorella di Maria Pina, uccisa dal marito a Nuoro nel 2002) e Vanessa Mele (figlia di Annamaria Mele, uccisa nel 1998 dal marito Pierpaolo Cardia).