Diga di Cumbidanovu, via libera alle cave per il completamento dell’opera: «Attesa da oltre 30 anni»
La Giunta regionale autorizza l’attività estrattiva. Obiettivo «consegnare al territorio una risorsa vitale per l'agricoltura, la sicurezza idrica e lo sviluppo»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La Giunta regionale, su proposta dell'assessora della Difesa dell'Ambiente Rosanna Laconi, ha approvato la delibera che autorizza l'attività estrattiva di due cave a Orgosolo, funzionali al completamento della diga di Cumbidanovu, sull'Alto Cedrino.
L'intervento, del valore di circa 2,46 milioni di euro finanziati dalla Regione, permetterà di estrarre i materiali indispensabili per la produzione del calcestruzzo e delle opere accessorie dello sbarramento. Le cave, localizzate in aree che a regime saranno sommerse dal futuro invaso, avranno quindi carattere esclusivamente temporaneo.
«Con questo atto - ha dichiarato l'assessora - diamo finalmente il via libera alla ripresa dei lavori della diga di Cumbidanovu, un'opera che cittadini e agricoltori attendono da oltre trent'anni. Autorizzare le cave significa mettere a disposizione i materiali indispensabili per proseguire la costruzione dello sbarramento e, allo stesso tempo, predisporre spazi che, una volta ultimati i lavori, saranno parte integrante dell'invaso destinato a raccogliere l'acqua. L'obiettivo è chiaro: completare la diga e consegnare al territorio una risorsa vitale per l'agricoltura, la sicurezza idrica e lo sviluppo».
La diga, il cui progetto risale agli anni Settanta e i cui lavori erano stati avviati nel 1989, consentirà di garantire nuove risorse idriche per l'irrigazione degli agri di Orgosolo, Oliena, Nuoro, Dorgali, Orune e Lula, rafforzando la produttività agricola e la sicurezza idrica di un ampio territorio. L'ultima interruzione risale al 2013, con la distruzione del cantiere causata dal ciclone Cleopatra. Oggi, con l'autorizzazione delle cave, si pongono le basi per la ripresa effettiva dei lavori. Il procedimento di verifica ambientale si è concluso con l'esclusione dalla procedura di V.I.A., ma con precise prescrizioni volte a garantire la tutela del suolo, delle acque e del paesaggio, nonché la riduzione degli impatti acustici e un piano di monitoraggio ambientale. I lavori di coltivazione dovranno essere realizzati entro cinque anni dalla pubblicazione della delibera e saranno sottoposti a controlli da parte degli enti territoriali competenti.
(Unioneonline)