Aveva ucciso la moglie decapitandola in un pomeriggio di dicembre di due anni fa nell'appartamento dove vivevano a Orosei.

Forse in preda a un raptus si era scagliato sulla poveretta impugnando un coltellaccio da cucina. L'aveva ferita in più parti del corpo con una lama tagliente prima di assestarle il colpo letale.

Ieri Wu Xiaobo è stato giudicato dal Gup Mauro Pusceddu con il rito abbreviato e condannato a quindici anni e quattro mesi di reclusione per l'efferato delitto.

La pena era stata sollecitata in mattinata al termine della sua requisitoria dal pm Andrea Ghironi. Intorno alle 13 la sentenza di condanna del giudice dopo alcune ore di camera di consiglio.

In precedenza l'avvocato Stefano Mannironi, difensore dello straniero - che con la consorte si era trasferito da alcuni anni in Baronia dove aveva aperto un bazar - aveva tentato di alleggerire l'entità della pena invocando l'incapacità di intendere e volere del suo assistito.

Dramma nel dramma perché resta senza genitori il figlio della coppia che si trovava in Cina al momento della tragedia e nel frattempo ha trovato sostegno nell'affetto dei nonni e dei parenti.
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