Barbagia, Mandrolisai, Gennargentu, 11 comuni in rivolta: «Negati i diritti essenziali»
Sanità, trasporti, ambiente, lavoro, istruzione e viabilità: il 24 giugno incontro a Sorgono (invitata la presidente Todde) per denunciare la situazione disastrata dei servizi pubbliciStriscioni davanti al San Camillo di Sorgono
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“Undici Comuni, undici Consigli comunali. Una sola direzione”. È questa l’iniziativa promossa dalle amministratrici e dagli amministratori dei Comuni della Comunità montana Gennargentu-Mandrolisai per porre l’attenzione sulla grave carenza di servizi che attanaglia il territorio e che con il passare del tempo paralizza lo sviluppo e nega ai cittadini i diritti essenziali. Sanità, istruzione, lavoro, trasporti, viabilità, ambiente e difesa del paesaggio sono i temi che saranno discussi nell’evento che si terrà a Sorgono il 24 giugno, alle 10, al teatro Murgia. Per l’occasione sono stati convocati 11 Consigli comunali: Aritzo, Atzara, Austis, Belvì, Desulo, Gadoni, Meana Sardo, Ortueri, Sorgono Teti e Tonara. Alla seduta congiunta degli organismi comunali è stata invitata la presidente della Regione, Alessandra Todde, che ha manifestato la volontà di partecipare.
L'appello
«La situazione dei servizi pubblici nel territorio sta raggiungendo livelli disarmanti - dicono in coro i sindaci - e non si sono ancora viste reali e concrete misure che possano ridurre il divario tra il territorio e altre zone dell’Isola. Il nostro è un territorio penalizzato, in continuo affanno, che non può più aspettare politiche che stentano persino a essere pensate». Insomma, i sindaci della Comunità montana Gennargentu-Mandrolisai non si rassegnano e vogliono farsi sentire. Lamentano gravi carenze nella sanità pubblica, nell’istruzione, nei trasporti e nelle politiche attive sul lavoro, dove le aziende locali sono martoriate da una crisi che qui ha il sapore della beffa. «Abbiamo spesso cercato il dialogo con la Regione Sardegna - proseguono i primi cittadini - ma l’approccio politico non è servito a tanto, anche alla luce del fatto che la situazione non solo non migliora ma è in continuo peggioramento».
Il presidente della Comunità montana, nonché sindaco di Atzara, Alessandro Corona, aggiunge: «La sinergia tra i nostri Comuni è totale e i sindaci intendono fare proposte concrete per poter avviare interventi efficaci nel territorio. Rappresentiamo una popolazione che con dignità e tenacia sta da anni manifestando civilmente contro un sistema sordo e cieco che non ha prodotto risultati positivi». Corona rincara: «Il malcontento generalizzato non è sufficiente a stimolare la politica per offrire soluzioni concrete. Dai bambini che non possono essere curati, passando per gli anziani che devono fare i salti mortali per una semplice visita dal medico di base che è praticamente scomparso dai nostri centri. Oppure, pensiamo alle imprese in sofferenza, al lavoro che non c’è. Per non parlare della viabilità disastrata e dei trasporti insufficienti. Non si può continuare a pensare che lo spopolamento si debba combattere a colpi di “Bonus bebè”: lo spopolamento si combatte facendo in modo che siano attivi tutti i servizi che garantiscono alle persone di vivere una vita degna di essere vissuta. Perché un cittadino che vive in un territorio rurale è una persona coraggiosa, che merita la stessa dignità di quelle persone che hanno scelto di vivere in altre zone della Sardegna». Alessandro Corona conclude: «Come sindaci ci rivolgiamo alle cittadine e ai cittadini, alle associazioni, alle imprese, alle forze sindacali e ai comitati, per fare in modo che il 24 giugno l’incontro sia quanto mai partecipato».