"Non ho un'altra vita da vivere e mi vado bene così. Chi dice che sono malvagio non mi conosce per niente".

Annino Mele da Mamoiada è tornato. Il bandito che ha segnato gli anni neri della faida e dei sequestri in Sardegna, dopo 31 anni di carcere racconta come sono andate le cose.

La latitanza: "Molto dura d’inverno". L'amore: "Impossibile dietro le sbarre". La libertà, "che non è solo quella tolta ai sequestrati". E il perdono: "Non l’ho mai invocato per rispetto delle persone che hanno sofferto". Sessantacinque anni, detenuto nel carcere di Opera, Mele si prepara "a fare il volontario in una comunità in Lombardia. Voglio dedicarmi all’impegno nel sociale".

All’arrivo a Serdiana, ospite della comunità La Collina di don Ettore Cannavera, ha l’aspetto di uno zio arrivato da molto lontano.

Abbraccia gli amici e si prepara a presentare l'ultimo libro, "Mai”.

Domani si replica alle 17.30.

È la prima occasione di mostrare il volto di un uomo nuovo che preferisce non guardare al passato e spera in un futuro diverso.

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