Alla mensa dei poveri de Le Grazie il Natale arriva come sempre in anticipo. Atmosfera di festa domenica scorsa per il classico appuntamento che ha riunito intorno ad una grande tavolata i volontari e gli ospiti quotidianamente fianco a fianco da anni.

Questa volta erano attesi in centoquaranta ma alla fine qualche defezione c’è stata.

Chi ha partecipato non si è sicuramente pentito anche perché il clima dell’evento era di quelli speciali. Un po’ come il menù, semplice ma saporito.

Ma quel che più contava anche questa volta era ritrovarsi scambiare una parola, farsi gli auguri e riscaldarsi a vicenda il cuore. Alla fine basta davvero poco e la giornata trascorsa insieme ha rafforzato ancora una volta questo concetto valido a tutte le latitudini.

I tavoli apparecchiati dalla sera prima rigorosamente di rosso e i tanti palloncini colorati alle pareti rendevano gli ambienti della parrocchia de Le Grazie che ha ospitato il grande convivio ancora più accoglienti del solito. Per le 13 uno a fianco all’altro i volontari e i tanti ospiti, che dal lunedì al venerdì trovano qui un presidio sicuro, hanno iniziato a mangiare. Sono uomini, donne, stranieri e nuoresi, anche quelli della porta accanto che con dignità e grandissima cortesia reciproca trovano qui la porta aperta e un pasto caldo.

Tra i commensali anche l’assessore ai Servizi sociali Valeria Romagna seduta accanto al parroco de Le Grazie, don Giuseppe Magliani. Dalle loro parole è arrivato un ringraziamento a tutti per un servizio importante in città che si regge da anni sull’energia e sullo spirito solidale di tante persone. Un supporto fondamentale che interviene anche quando le istituzioni arretrano a causa delle risorse sempre più scarse difronte ad un disagio invece crescente e diffuso. Cibo di qualità con tanto di dolce e di un buon caffè caldo per concludere ma anche la voglia di cantare e di stare insieme alla fine del buon convivio non è di certo mancata. Ad imbracciare la fisarmonica è stato Luciano Di Cesare, uno dei pionieri del commercio in città ed ex presidente della Confcommercio. E’ stato lui a dettare i tempi tra motivi natalizi ed altri della tradizione cantati all’unisono dai commensali. Poi il congedo con un abbraccio e una stretta di mano, timbro inconfondibile di un’umanità che riscalda come una carezza soprattutto alla vigilia di Natale.
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