"I medici di famiglia sono il fulcro del nuovo modello di assistenza sanitaria che ha la sua base negli investimenti del Pnrr, con la realizzazione degli ospedali di comunità e delle case della comunità”. Lo ha detto oggi l'assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, subito dopo il raccoglimento in ricordo dei medici di famiglia morti a causa del Covid durante il Congresso Nazionale dei medici di famiglia della Fimmg.

Congresso che si tiene a Villasimius e in cui si tratta il tema legato ai “Modelli organizzativi del territorio e Pnrr al servizio del cittadino: la proposta della medicina generale”. Un tema sentito e dibattuto in Sardegna, soprattutto per la carenza di professionisti nei territori interni, dove diversi paesi, spesso distanti tra loro e carenti di infrastrutture, possono contare su un solo medico. Una professione, quella del medico di base, come il pediatra, che riveste un ruolo di primo piano nella prevenzione, diagnosi, cura e assistenza delle fasce più deboli della popolazione e che oggi torna al centro del sistema sanitario regionale.

“Oggi però, se non vogliamo creare cattedrali nel deserto, dobbiamo affrontare seriamente il problema della carenza di personale sanitario che si registra anche per i medici di medicina generale", ha sottolineato l’assessore.

"Il Pnrr - ha spiegato Nieddu - sta portando investimenti importanti in Sardegna. Abbiamo approvato una programmazione da 290 milioni di euro per 50 case della comunità e 13 ospedali della comunità, ma non possiamo limitarci alle strutture. Con il nuovo Governo servirà un ragionamento articolato anche sulla rimozione dei tetti di spesa per il personale. La Sardegna è stata fra le prime regioni a eliminare l'imbuto formativo, aumentando le borse di studio per le scuole di specializzazione, ma occorre un passo in più sulla programmazione con il potenziamento della capacità formativa delle facoltà di Medicina".

"Il piano dei servizi sanitari approvato dalla Regione – ha sottolineato – mette al centro il cittadino, la famiglia e suoi bisogni, anticipando la filosofia della riforma della sanità territoriale".

Presente anche il ministro della Salute, Roberto Speranza: "Per la prima volta abbiamo una spesa sanitaria che è sopra il 7%, ma per me è solo l'inizio", ha detto.

"Bisogna lavorare su due terreni: le risorse e le riforme. Prima del Covid - ha affermato Speranza - la sanità è stata sempre considerata una spesa come le altre, ma penso che la pandemia abbia cambiato questo paradigma radicalmente ed è emerso che ogni euro che si mette sulla salute è il più grande investimento sulla vita delle persone. E passi in avanti sono stati fatti: oggi sul Fondo sanitario nazionale ci sono 124 mld, cioè abbiamo messo 10 mld in tre anni. Ma non vorrei che dopo il Covid si torni al passato".

"Dobbiamo lavorare sulla riforma dell'assistenza territoriale ed il medico di medicina generale è l'elemento più capillare sul territorio", ha concluso il ministro.

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