Nell'Isola è il giorno dei "Forconi"Blocchi sulla 131 e al porto di Cagliari
Blocco all'ingresso Dogana del porto di Cagliari delle merci trasportate dai mezzi pesanti. Forconi, autotrasportatori, movimenti Anti Equitalia, Commercianti e Artigiani liberi dopo il presidio alla Saras si sono spostati nello scalo marittimo del capoluogo dove hanno attuato una nuova clamorosa forma di protesta paralizzando l'area merci per poi trasferirsi al porto Canale. A Tramatza pianificate nuove iniziative: occupazione di alcuni comuni già da stasera e blitz nei porti di Olbia e di Golfo Aranci.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Sono tornate a circolare regolarmente le auto sulla statale 131 bloccata per circa un'ora, dalle 13, dai pastori e dagli autotrasportatori sardi all'altezza di Tramatza, in provincia di Oristano. Rimangano in coda camion e tir, ma la colonna non è particolarmente lunga e il traffico man mano defluisce. La protesta è stata decisa in segno di solidarietà con gli anti-Equitalia che da stamane hanno attuato blocchi stradali nel Sulcis e nel Cagliaritano.
SIT-IN ALLA SARAS - Le prime autobotti sono ripartite dalla raffineria della Saras di Sarroch alcuni minuti fa dopo che è stato tolto il blocco dei manifestanti che mantengono, però, il presidio davanti allo stabilimento industriale. Forconi e movimenti Anti Equitalia, Commercianti e Artigiani liberi hanno avviato questa mattina la clamorosa azione per protestare contro la crisi e per chiedere, fra l'altro, il dimezzamento del prezzo degli idrocarburi. Le strade di accesso all'impianto sono state chiuse con disagi per la circolazione stradale fra Sarroch e Cagliari.
Prima di decidere di smobilitare, i manifestanti hanno consegnato una lettera indirizzata alla famiglia Moratti. Attraverso l'intermediazione della Digos, l'hanno messa in mano a una dirigente dello stabilimento. "Ora la Saras - è scritto nel documento - soprattutto in un momento di crisi come quello attuale, deve aiutare i sardi, riconoscendo loro uno sconto significativo sul prezzo dei carburanti che agevoli il loro lavoro e la loro vita". Una delegazione dei partecipanti alla manifestazione ha incontrato un gruppo di operai fuori dai cancelli della raffineria.
BLOCCHI STRADALI - La giornata di mobilitazione e disagi annunciata dal popolo delle partite Iva è iniziata poco prima delle 8. Stop ai mezzi pesanti, ma libera circolazione delle auto dei pendolari: oltre ai blocchi istituiti sulla statale 195, fra Cagliari e la Saras, a pochi chilometri dal capoluogo, rallentamenti sono stati creati sulla 131, così da ostacolare l'accesso al capoluogo e sulla 130 "Cagliari-Iglesias", arteria che attraversa l'epicentro della crisi economica e industriale. A Carbonia due rappresentanti del movimento hanno deciso di salire e occupare il campanile della chiesa di San Ponziano. "La tensione è alle stelle - ha detto Ivan Garau presidente del movimento - è segno che non si scherza e che gli animi sono accesi. Chiediamo risposte, così non si può più andare avanti". Il popolo delle partite Iva protesta contro la crisi che attanaglia tutti i settori e contro l'aumento delle tasse che porterà alla chiusura di varie attività. Sempre a Carbonia è in corso anche una manifestazione degli studenti delle scuole superiori in sostegno della vertenza Alcoa, l'azienda di alluminio di Portovesme che la multinazionale statunitense ha deciso di chiudere. Il corteo si è spostato nella zona di via Gramsci per raggiungere la piazza principale davanti al Municipio. A Carbonia e nei centri vicini numerose le attività commerciali chiuse in sostegno della vertenza del popolo dei commercianti e degli artigiani. I disagi hanno impedito il regolare svolgimento delle lezioni anche a Decimoputzu e Iglesias: gli allievi hanno dovuto lasciare le aule per i ritardi dovuti ai mezzi di trasporto.
L'AEROPORTO - Le forze dell'ordine tengono alta l'attenzione sull'aeroporto di Elmas. Nelle prime ore della mattinata un presidio è stato costituito all'altezza del semaforo che dalla 130, regola gli accessi, alle strade laterali e alla rivendita di materiale edile "Bricoman".
PORTO CANALE - Si estende la protesta dei movimento "Forconi", autotraspostatori, movimenti Anti Equitalia, Commercianti e Artigiani liberi che, dopo il blocco dell'ingresso Dogana nel porto di Cagliari, si è spostata con i mezzi pesanti nel porto canale, lo scalo industriale ad alcuni chilometri dal capoluogo. Le intenzioni del "popolo delle partite iva", che manifestano contro la crisi che devasta tutti i territori dell'isola e le attività economiche, contro le tasse e la manovra del Governo, è quella di non mollare la protesta e di proseguire nelle prossime ore con un corteo che potrebbe unirsi nei pressi di Sestu, alle porte della città, con quello proveniente dal Sulcis e quindi assieme, in migliaia di manifestanti e mezzi, giungere nel centro di Cagliari.
"PROTESTA FINO A VENERDI'" - Protesta ad oltranza sino a venerdì prossimo. Ad annunciarlo è il presidente del movimento, Andrea Impera, che assieme ai rappresentanti del movimento artigiani e commercianti liberi segue i blocchi del Sulcis Iglesiente nati fra il "popolo delle partite iva" per protestare contro la crisi che attanaglia tutta l'area, contro le tasse che schiacciano le attività e contro la manovra del governo. "La gente si sta fermando con noi a scioperare - ha detto Impera - cercheremo di portare avanti la protesta sino a venerdi". Intanto le persone ferme ai presidi a Villamassargia e sulla 130 questa mattina hanno ricevuto la visita la solidarietà dei sindaci di Villamassargia, Franco Porcu, Domusnovas, Angelo Deidda, e San Giovanni Suergiu, Federico Palmas. La protesta sta creando disagi agli automobilisti: sulla statale 130 si viaggia, infatti, su una corsia per senso di marcia, ai lati sono parcheggiate le auto e i camion dei rappresentanti del movimento. Mentre è blocco a Villamassargia dove si sono formate lunghe colonne di auto e mezzi pesanti. In particolare la strada bloccata è lo svincolo che collega la zona dell'Iglesiente a Carbonia. Non è migliore la situazione a Teulada dove è stato istituito un blocco davanti alla base militare. La tensione tra i rappresentanti del movimento rimane alta.
PROSSIME MOSSE - Occupazione dei Comuni già da stasera e domani mattina blitz nei porti di Olbia e di Golfo Aranci. Questa la tabella di marcia delle proteste decise a Tramatza (Oristano) dalla Consulta dei movimenti, sigla che riunisce i pastori di Felice Floris, Artigiani e commercianti liberi, gli autotrasportatori di Sardegna in Movimento, gli anti-Equitalia, i Pratici (vicini all'ex assessore regionale dell'Agricoltura Andrea Prato), ma gli indipendentisti di Sardigna Natzione e dell'Irs. La prima iniziativa dovrebbe scattare nelle prossime ore con l'occupazione del Municipio di Siliqua, nel Cagliaritano. I manifestanti puntano a una protesta incisiva ma senza danneggiare troppo i cittadini. "Non vogliano commettere errori e provocare danni alla nostra già precaria economia e al nostro popolo - fanno sapere i promotori -, evitando momentaneamente i blocchi stradali". Obiettivi "sensibili" sono i porti, con il blocco delle merci in ingresso, i centri commerciali, ritenuti "responsabili della non commercializzazione dei prodotti sardi", le raffinerie. L'occupazione dei Municipi viene invece considerata come "strumento importante per creare un coordinamento logistico e amministrativo".