Pattuglie di Polizia Municipale, Carabinieri, Polstrada e Corpo Forestale nelle città e nei paesi controllano costantemente che vengano rispettate le norme entrate in vigore per frenare la diffusione del Coronavirus.

E accanto all'attività delle divise lungo le strade, da qualche settimana, dopo un tira e molla sulla legalità o meno dell'utilizzo su cui era intervenuto anche il capo della Polizia Franco Gabrielli, volano anche i droni dotati di telecamere: un occhio elettronico pronto a immortalare i furbetti della passeggiata.

Chissà quanti cittadini hanno protestato per questa decisione e quanti altri si sono interrogati: "Ma quanto costa tutto questo?". In realtà non costa proprio nulla, anzi chi si è messo a disposizione per sorvolare i cieli, nonostante abbia pagato per la licenza e utilizzi il proprio drone, lo fa completamente a gratis.

A Villacidro come a Cagliari, a Quartu come in tanti altri centri della Sardegna dove i Comuni, per fronteggiare l'emergenza ed eseguire controlli più capillari, hanno sottoscritto un documento con la scuola di formazione che prepara i piloti in quasi tutta Italia. Un accordo, da quanto è dato sapere, che non prevede alcun compenso, ma che allo stesso tempo è stato ampiamente pubblicizzato con l'indicazione della scuola di formazione.

Una favola molto bella in questo momento di crisi, peccato che poi a pilotare i droni non siano gli addetti della scuola, ma i professionisti formati a pagamento dalla scuola stessa, che mettono la propria attrezzatura al servizio delle polizie municipali, senza compensi. Il risultato è che un'attività che andrebbe pagata, visto che gli stessi piloti hanno dovuto sborsare fior fior di quattrini per i brevetti e per le attrezzature, sembra essere diventata un'occasione per alcuni per farsi pubblicità, per altri una concorrenza sleale e per altri ancora un rischio: se il drone cade chi li ripaga?

A Villacidro, ad esempio, sta lavorando con la Polizia Municipale Marco Muntoni. "Mi ha contattato la scuola e mi sono messo a disposizione - sottolinea - ho solo precisato che lo avrei fatto solo nel mio Comune, altrimenti avrei dovuto sostenere delle spese. In questo periodo abbiamo il divieto di lavorare, tanto che ho dovuto congelare alcuni progetti. Io sto facendo questa attività per la Polizia Municipale gratis, non ci guadagno nulla".

In altre regioni d'Italia servizi come quello svolto da Muntoni vengono pagati anche 200/300 euro al giorno. "L'utilizzo del drone deve essere considerato come un'azione di Protezione civile - evidenzia Chicco Lecca, noto professionista a livello nazionale - dall'inizio dell'emergenza sono tanti i fondi messi a disposizione proprio della Protezione Civile. Il servizio di vigilanza dei droni, in questo momento importante in cui tutti devono rimanere a casa, deve essere pagato: almeno un rimborso spese. È l'unico modo per riconoscere, a chi si mette a disposizione, il prezioso lavoro che offre. I Comuni dovrebbero prevedere un rimborso spese: i droni hanno un costo di manutenzione importante. Se poi cade chi li rimborsa?".

Dello stesso avviso un altro professionista di Nuoro, Renzo Gualà. "Non basta la crisi delle partite Iva - ribadisce -. L'unica possibilità per recuperare due soldi viene ammazzata da chi regala una professione, uccidendo così la possibilità di concorrere lealmente. Io questa la chiamerei solo in un modo: concorrenza sleale".

Non cambia la posizione di Maurizio Mulargia, videographer di Olbia. "Già viviamo in una giungla di abusivi - sottolinea - No, gratis non farei nulla, non esiste proprio. Un minimo di compenso ci deve essere. Soprattutto in un momento come questo, con il lavoro calato a picco".

I Comuni dal canto loro hanno probabilmente colto la palla al balzo, risparmiando, ma forse sarebbe stato meglio impiegare professionisti e adeguatamente retribuirli per ottenere lo stesso risultato.

La pensa diversamente Alessandro Usai, operatore nel broadcast televisivo nazionale. “Personalmente - afferma - non mi proporrei per effettuare riprese video in queste circostanze e diventare controllore dei nostri concittadini, né gratis né dietro compenso. Vista la situazione economica - sottolinea - che si è venuta a creare non vorrei prendere parte al sanzionamento dei cittadini, per questo ci sono gli enti preposti che già lo stanno facendo efficacemente”.
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