“Comunicare la speranza”, un convegno a San Gavino
L’appuntamento è per il 12 settembrePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Nel mondo sono in corso 56 conflitti, il numero più alto dalla seconda guerra mondiale, che coinvolgono direttamente o indirettamente almeno 92 Paesi e che hanno costretto oltre 100 milioni di persone a migrare, sia internamente sia all'estero, per sfuggire alle violenze. Sono tempi di conflitti terribili, sanguinari, di orribili privazioni di diritti.
Sono stati oltre 233.000 i decessi nel solo 2024, una stima che, purtroppo, è molto probabilmente al ribasso. Una violenza assurda e feroce che si abbatte soprattutto sui civili, su donne e bambini. Oggi si muore di fame e la fame è strumento di guerra. Se non si muore di fame si muore in fila mentre si chiede cibo per sopravvivere.
Come raccontare in questo momento così buio storie di riscatto, resistenza e speranza in luoghi tormentati da conflitti (in particolare striscia di Gaza, Afghanistan e Siria)? Come parlare di speranza lungo le rotte migratorie più o meno vicine (quella Balcanica, innanzitutto)? E come si possono raccogliere storie di bambini che riescono a sognare anche nei luoghi di sofferenza (Libia, Ucraina, Libano, Lampedusa)?
Se ne discuterà venerdì 12 settembre a San Gavino, alle 18 (Centro Pastorale diocesano in via Diana 9), nel convegno “Comunicare la speranza. Dare un futuro ai bambini”. Un incontro con voci d’eccezione di comunicatori come Andrea Iacomini, Portavoce UNICEF Italia e Francesca Ghirardelli, giornalista di Avvenire, che spendono la loro vita per comunicare il bene con professionalità, passione e amore, proprio dai luoghi in cui la libertà viene negata. Sarà presente il vescovo di Ales-Terralba mons. Roberto Carboni insieme a Simonetta Selloni, presidente di Assostampa Sarda, Roberto Comparetti, delegato regionale FISC e Andrea Pala, presidente UCSI Sardegna. L’evento è promosso dalla Fondazione Santa Mariaquas con Il Nuovo Cammino, l'Ufficio per le Comunicazioni Sociali, l'Ufficio Informatico diocesano, la Caritas diocesana di Ales-Terralba, l’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro, l’Ufficio per le Comunicazioni sociali, l’Istituto di Scienze Religiose Mons. “G.M.Pilo”,Ucsi Sardegna e Fisc Sardegna.
Dalla Striscia di Gaza all’Ucraina, da Myanmar al Pakistan, al Sahel, il Sudan e il Corno d'Africa, Haiti il mondo è ferito da una violenza inaudita, che sconvolge ma deve anche far sentire tutti chiamati in causa per essere attori di un cambiamento. Il mondo si può cambiare un passo alla volta, una parola alla volta. Il compito dei giornalisti può essere determinante, nel raccontare le ingiustizie ma anche la resilienza, il coraggio, la forza e la voglia di vivere degli ultimi, dei fragili, delle vittime di tutte le guerre. Per fare del giornalismo un segno di speranza.