Medicina generale: «Tavolo di confronto sulle indennità per chi lavora nelle zone disagiate della Sardegna»
Le richieste di Luciano Congiu, vice segretario regionale del Sindacato Medici Italiani«I soldi che l’assessore Doria vuole pagare alle agenzie di intermediazione e al governo cubano siano investiti negli accordi integrativi regionali per la medicina generale». A chiederlo è Luciano Congiu, vice segretario regionale del Sindacato Medici Italiani (SMI), che sollecita un tavolo di confronto sui contenuti dell’Accordo Integrativo Regionale della medicina generale per discutere delle «indennità da corrispondere ai medici disposti a lavorare nelle zone disagiate e disagiatissime della Sardegna. Indennità che possono prevedere anche il doppio dello stipendio, così come succede in altre aree d’Italia, per far fronte ad una più complessa organizzazione di lavoro».
«Così facendo si risparmierebbe – prosegue Congiu -. Considerato che, a fronte dei bassi stipendi dei medici cubani, il governo di Cuba e le agenzie di intermediazione si fanno pagare profumatamente la somministrazione di manodopera specializzata. È questa la sanità che l'assessore Doria vuole garantire ai cittadini della Sardegna? Così devono essere spesi i soldi delle tasse dei cittadini?», si chiede il sindacalista del SMI.
«Abbiamo elaborato un nostro documento per l’AIR della Sardegna per la medicina generale, che mettiamo a disposizione di tutta la categoria medica e delle istituzioni regionali per dare un contributo costruttivo alla risoluzione dei problemi della medicina generale convenzionata».
«Siamo convinti che nella nostra regione siano a rischio i Livelli Essenziali Assistenziali che devono essere invece garantiti a tutti i cittadini sardi, dal momento in cui si sta riscontrando una grave carenza in molte ASL sia nel settore dell'assistenza primaria che della continuità assistenziale, con implicazioni in termini di riduzione dell'offerta assistenziale ai cittadini. È necessario, per queste ragioni, tenuto conto della morfologia del nostro territorio, che la Regione Sardegna e ogni ASL individuino le aree disagiate e disagiatissime che presentino obiettive e impegnative condizioni di erogazione dell’attività assistenziale – aggiunge Congiu - Occorre, inoltre, di fronte all’invecchiamento della popolazione, implementare le cure domiciliari territoriali e le prestazioni sanitarie a domicilio per tutti i pazienti over 65 pluripatologici o con gravi difficoltà ad accedere ai servizi territoriali, tenuto conto dell’invecchiamento della popolazione. Proponiamo che la Regione Sardegna, in accordo con le organizzazioni sindacali istituisca, un progetto per il paziente over 65 pluripatologico o con gravi difficoltà ad accedere ai servizi territoriali».
«Il prossimo Accordo Integrativo Regionale della Regione Sardegna per la medicina generale – conclude il sindacalista - dovrà tener conto dello stato di difficoltà dei medici sardi, che si è acuito dopo la pandemia. Si dovranno dare risposte alla carenza dei servizi sanitari sul territorio; intervenire sulle incombenze burocratiche che pesano sul lavoro dei medici e puntare in modo deciso all’adeguamento salariale per rispondere alla crisi della categoria. Il Sindacato Medici Italiani della Sardegna è pronto a mobilitarsi in difesa della sanità pubblica per il diritto dei pazienti a ricevere cure migliori e per la tutela del lavoro dei medici».
(Unioneonline/s.s.)