Tutto tace sulla Lingua blu, secondo Confagricoltura. Che chiama la Regione perché dia risposte sulle azioni di contrasto: «Ci sono i fondi per l’acquisto e la somministrazione dei vaccini? Riusciremo a fare i trattamenti entro maggio così da evitare problemi sulle pecore in gravidanza e soprattutto interventi durante la ripresa ciclica dei focolai di lingua blu durante l’estate? Esiste un cronoprogramma e un quadro dettagliato sul numero di veterinari da mobilitare per le vaccinazioni?».  

Sono le domande rivolte all’assessore alla Sanità, Carlo Doria dal presidente di Confagricoltura Sassari e Olbia-Tempio, Stefano Taras, che  ricordara come tenere sotto controllo la febbre catarrale degli ovini significa «garantire anche al comparto bovino da carne la libera movimentazione dei capi soprattutto verso i punti di ingrasso d'oltre mare».

«Sarebbe auspicabile», prosegue Taras, «che l'assessorato della Sanità, le Asl territoriali, il coordinamento regionale della Sanità animale e l'Assessorato dell'Agricoltura collaborino, ognuno per le proprie competenze, affinché le attività di prevenzione siano avviate nei tempi utili. Proprio i ritardi delle vaccinazioni, che dovrebbero seguire l'andamento della Blue tongue attraverso i rilevamenti dai capi sentinella presenti in diversi territori della Sardegna, sono uno degli elementi determinanti nella diffusione della malattia». 

 Dello stesso tono la posizione di Daria Inzaina, responsabile regionale della sezione Bovino da carne di Confagricoltura Sardegna: «Da oltre vent'anni, da quando a inizio 2000 è sbarcata sull'Isola la Lingua blu, il comparto del bovino da carne sta pagando un prezzo altissimo in termini di restrizioni e di danni dovuti ai blocchi di movimentazione. È impensabile quindi che la gestione epidemiologica sia sempre in forte ritardo: siamo alla seconda metà di febbraio e dalla Regione tutto tace». 

(Unioneonline)

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