L’allarme della Regione: «A Uta, Bancali e Badu ‘e Carros solo detenuti al 41 bis»
Resoconto interno della riunione della conferenza con lo Stato sulle carceri di massima sicurezza: gli istituti sardi, secondo quanto attribuito al sottosegretario Delmastro, sarebbero tutti trasformatiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Nelle carceri di Nuoro (Badu ‘e Carros), Uta (Ettore Scalas) e Sassari (Bancali) solo detenuti al 41 Bis. Questo potrebbe succedere secondo un documento interno della Regione, redatto a seguito della conferenza Stato-Regioni di questa mattina durante la quale è stato affrontato anche il tema del trasferimento sull’Isola di condannati per mafia e terrorismo.
La carta circola ma è bene chiarire subito: è un documento che riporta l’interpretazione dei partecipanti sardi rispetto alle parole del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, chiamato a fornire una informativa «in merito alla riorganizzazione e razionalizzazione degli spazi detentivi da destinare al regime speciale differenziato di cui all'articolo 41-bis». Non un verbale, insomma. Ma un dossier a uso interno regionale sufficiente a scatenare la polemica.
Il sottosegretario, stando al documento, «ha premesso che il numero complessivo dei detenuti in regime di 41-bis (attualmente oltre 750 in Italia) non verrà aumentato. L'obiettivo è riallineare la situazione di fatto al dettato normativo (art. 41-bis comma 2-quater), che prevede che tali detenuti siano ospitati in istituti "esclusivamente dedicati", preferibilmente in aree insulari, e custoditi da reparti specializzati. Attualmente, invece, esistono 12 istituti che ospitano detenuti al 41-bis, di cui ben 11 in condizione di "promiscuità" con altri circuiti detentiva». Una promiscuità che deve essere eliminata.
Tutti i detenuti in regime di massima sicurezza, sempre stando al documento, dovrebbero essere rinchiusi in sette istituti dedicati. Quattro nella Penisola (Alessandria, L’Aquila, Parma e Vigevano) e tre in Sardegna: «Attualmente i detenuti sono ripartiti tra Sassari, Nuoro e Cagliari Uta. Il piano», dice il resoconto della Regione, «prevede la loro ricollocazione concentrata proprio in questi istituti (Sassari, Nuoro, Cagliari Uta) che diventeranno dedicati.
L'assessora Rosanna Laconi, che ha partecipato alla riunione in rappresentanza della presidente Todde, sempre stando al documento «è intervenuta esprimendo una ferma contrarietà e forte preoccupazione da parte della Regione». Ha parlato di rischi di infiltrazioni e lamentato il coinvolgimento delle istituzioni sarde.
Delmastro ha assicurato che il pericolo di infiltrazioni criminali nei tessuti delle città che ospitano le carceri sia più alto con le famiglie dei detenuti comuni, perché quelle dei mafiosi restano nel loro territorio per governarlo.
Sul fronte dell’informazione preventiva «ha giustificato il mancato coinvolgimento preventivo citando ragioni di sicurezza nazionale e la segretezza che ha connotato la fase iniziale del progetto», riporta ancora il documento.
Una ricostruzione che attende ancora riscontri ufficiale. Le certezze finora sono: Badu ‘e Carros diventerà un carcere di massima sicurezza senza detenuti comuni, a breve arriveranno 92 carcerati al 41 bis nel braccio dedicato dell’Ettore Scalas a Uta e a Bancali i 41 bis ci sono già.
