L’allarme dei medici di base: il nuovo nomenclatore crea molti problemi
Appena aggiornati gli elenchi delle prestazioni ma i software in dotazione negli studi non riescono ad accedere al sistemaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Dottore non riesco a prenotare la radiografia che mi ha richiesto perché mi dicono che la sua ricetta è sbagliata». «Dottore non sono riuscito a prenotare la visita specialistica perché il codice che mi ha messo nella ricetta non è valido».
Quanti medici e quanti cittadini si sono trovati in questa condizione negli ultimi giorni?
«Tantissimi», dice Carlo Piredda, segretario regionale della Simg Sardegna, «il 2025 si è aperto con l'aggiornamento dell'elenco delle prestazioni che il cittadino ha diritto a ricevere dal Servizio Nazionale che ha determinato numerosi disagi sia per i medici che per i cittadini. Il nuovo nomenclatore ci sta creando un sacco di problemi».
Sul tema hanno già fatto sentire la loro voce Federlab e il consigliere regionale di maggioranza Lorenzo Cozzolino, adesso intervengono i medici di base.
«Il nuovo nomenclatore, che riguarda la richiesta di visite specialistiche, esami ematici ed esami strumentali, ha aggiornato l'elenco delle prestazioni di cui possono beneficiare i cittadini gratuitamente o tramite pagamento di ticket. Ad ogni prestazione corrisponde infatti uno specifico codice ma non essendo ancora completo l'aggiornamento dei sistemi di prenotazione, e dei software in dotazione dei medici, i cittadini hanno enorme difficoltà ad accedere ai servizi», aggiunge il dottor Piredda.
«Tutto questo sta determinando un enorme carico di ulteriore lavoro soprattutto per i medici di medicina generale, che sono quelli che emettono il maggior numero di ricette, e che ricevono quotidianamente un elevato numero di chiamate e lamentele da parte degli assistiti a cui viene detto che i codici non sono corretti. Inoltre alcune prestazioni hanno completamente cambiato nome ed è difficile reperirle nei gestionali utilizzati dai medici che devono andare alla ricerca di prestazioni non facilmente codificabili. Questo ulteriore aggravio avviene proprio nei mesi di maggior carico per gli studi medici, che oltre alla loro attività quotidiana stanno fronteggiando il picco dell'influenza con migliaia di cittadini sardi bisognosi di cure».
Aggiunge il medico: «Questo cambio di nomenclatore è avvenuto rapidamente e improvvisamente senza che i medici fossero informati e formati sull'introduzione del nuovo tariffario, e senza che ci fosse una adeguata informazione da parte dei cittadini ai quali non è stato detto, tramite campagna informativa su tv, giornali, social network, che in questa fase di transizione ci potevano essere dei disguidi per la prenotazione. A questo bisogna aggiungere che non tutti i medici sono a conoscenza di questo cambiamento e del fatto che alcune prestazioni non sono più erogabili dal Servizio sanitario nazionale».