VALLERMOSA Carriola, zappa e cronometro. Fino alle 15 di oggi potete seminare lattuga, bietole, cupettone , prezzemolo. Un'oretta per cambiare, dalle 16 si parte con la verdura da frutto, zucchine, peperoni, melanzane. La tempistica vale ovviamente solo per oggi. Da domattina si cambia, tenendo a mente la luna e la posizione degli altri pianeti che picchiano duro sulla rigogliosità di giardini e orti. Per chi ha pazienza, in una settimana il ciclo è compiuto e si può ripartire. Ovviamente non è indispensabile conoscere l'astronomia a menadito, anche se aiuta. C'è un agile manualetto con il calendario della semina attimo per attimo. Ma anche capisaldi dell'astrologia, come il mitico Barbanera, oggi riportano gli essenziali dell'agricoltura biodinamica. In alternativa, nelle campagne di Vallermosa, rivolgersi al presidente regionale dell'associazione.

IL TEMPO DEI DENTI Sergio Lecca ha 59 anni all'anagrafe, una decina in meno reali ed è un contadino atipico. Nella prima esistenza, faceva l'odontotecnico di successo fra Cagliari e Samassi. Con il benessere incluso (allora) nella professione a patto di pagare un prezzo al lavoro, libero professionista, almeno 12 ore al giorno in laboratorio. Mentre ricostruisce il passato prossimo fa le smorfie di chi è scampato a un disastro incombente: il forno della ceramica che fumacchia a 250 gradi, luci e odori, fine serata da emicrania. Seguendo il padre, si trasferisce a Verona. Negli anni Settanta, la passione per biologico e dintorni doveva ancora arrivare. Ma il negozietto di frutta senza pesticidi che apre nel '73 a Verona, diventa subito una tappa. «Era carissimo ma mi ha incuriosito. Nessuno in famiglia aveva mai fatto l'agricoltore, così ho deciso di approfondire per mio conto».

L'INCONTRO CON STEINER Il tempo della svolta, come capita spesso, lo segna l'arrivo dei figli. Anzi, del medico dei bambini. Che, quando si dice il caso, è un pediatra antroposofico, allora (il figlio sta per laurearsi in Economia) non esattamente la maggioranza. Da mago delle dentiere, col vizio segreto della lettura, corre a comprarsi un libro di Rudolf Steiner. Ed è subito passione. Il filosofo e pedagogista (e un sacco di altre cose) ha una risposta a tante delle sue domande. «Una rivelazione, c'era tutto quello che speravo di sentire sull'uomo, le cose, la terra». Per intenderci, l'austriaco è l'ispiratore delle scuole in cui studiano gli augusti rampolli delle famiglie (molto) bene, i più celebri sono i giovani Berlusconi. Ma anche di una vita di ricerca interiore in cui l'esoterismo gioca un ruolo mica da ridere.

NUOVO PERCORSO Lecca non ha l'aria di uno che lascia le cose a metà. L'illuminazione antroposofica arriva a uno che era naturalista ante litteram, odiava lo smog delle macchine quand'era ancora considerato quasi profumo, amante di bicicletta e gambe salde e via per le strade del mondo. E i figli fanno parte di quella esclusivissima specie di pargoli che non ha mai guardato la tivù («in realtà, abbiamo comprato un televisore due anni fa quand'erano già adulti»). Nel 1989 si iscrive così al primo corso di agricoltura biodinamica, tenuta della Zelata, sul Ticino, proprietà di Giulia Maria Crespi, mitologica zarina rossa. È una passione ricambiata se in cinque anni diventa responsabile regionale. Finché, un lustro fa, non arriva il momento della svolta dura e pura: dentiere e ponti vanno a farsi benedire, il lavoro diventa la sua campagna («intanto avevo costruito una copertura pensionistica, per me era sufficiente»).

IL SOTTOBOSCO Un centinaio di conferenze l'anno. Lecca non si scompone per i sorrisini degli interlocutori. «Noi ci occupiamo anzitutto della terra. Diamo per scontato che non si usi alcun composto chimico ma sappiamo che una terra viva, vitale, è fondamentale per ciò che mangiamo». Il riferimento sono gli elementi, aria, acqua, terra e fuoco. L'humus che sta sotto le foglie cadute, il parco giochi dei lombrichi, il profumo legato alla prima pioggia estiva che prende alla testa: questo, più o meno, sarebbe il punto d'arrivo ideale. Fa l'esempio di un quintale di lattuga da agricoltura convenzionale, biologica e biodinamica. Quel che resta nel terzo caso, dopo eguale cottura al forno a temperatura altissima, è infinitamente di più: «Segno che negli altri casi la parte da leone la fa l'acqua». La dimensione delle radici segna la differenza. Nei casi comuni, sarebbero cosette di 3, 4 centimetri. Con la biodinamica, roba da querce mignon, 20 centimetri o più. C'è un'autentica liturgia, molto rigorosa, per la preparazione della terra. Manovre su cui in tanti restano perplessi. Il corno pieno di letame di vacca di rientro dal pascolo da seppellire in autunno e dissotterrare in primavera da spruzzare sulla terra per stimolare radicazione e decomposizione. Il medesimo corno da riempire di silice perché il sapore dei frutti sia più gustoso. Preparati a base di erbe, realizzati secondo tassative indicazioni. Un organismo internazionale controlla che non si bari sulle regole per concedere il marchio Demeter. In Sardegna solo 4 aziende sono patentate , una decina sotto esame, alcune di proprietà di stranieri trasferiti nell'Isola. Non esattamente un esercito. «In Sardegna è difficile far passare certi concetti, si preferisce avere tutto e subito. Poi succede che arrivi al frantoio con le tue olive, le uniche di tutto il paese risparmiate dalla temibile mosca, e ti chiedono: come hai fatto? Di certo non ho usato medicinali».

VENERE E IL RAVANELLO Un occhio alle fasi della Luna, l'altro alla posizione degli astri. «L'uomo non si fa influenzare dai pianeti, le piante sì». E gli animali, pare, pure. Perlomeno gli insetti. Lecca produce solo olio e miele («qui c'è poca acqua, bisogna rispettare la vocazione della terra»). Prima di avvicinarsi agli alveari per portare le tisane («le uniche medicine ammesse»), si assicura di dove siano Saturno e Plutone. «In condizioni favorevoli, non succede nulla. Ma se è il momento sbagliato, ti aggrediscono». Anche le api biodinamiche, nel loro piccolo, s'incazzano.

(paolini@unionesarda.it)
© Riproduzione riservata