C’è già una sentenza sul presunto sistema delle nomine pilotate in Regione. Il procedimento penale è ancora in embrione, con l’avviso di chiusura indagini  notificato nei giorni scorsi dalla Procura di Cagliari al governatore Christian Solinas, a consiglieri regionali, dirigenti e imprenditori. Ma una verità, sulla vicenda, è stata scritta dal Tar della Sardegna: le manovre sotterranee – reati, per il pm Andrea Vacca che ha condotto l’inchiesta –  avevano fatto perdere una selezione a un professionista competente a favore di uno – gradito alla politica, secondo gli inquirenti – che non aveva le stesse capacità. Insomma: quello bravo aveva dovuto cedere il passo a qualcuno meno titolato.  Salvo poi fare ricorso. E vincerlo. Con i giudici amministrativi che, a sentenza, fanno emergere tutte le distorsioni della procedura.  

LOBBY E POLITICA. Un ampio filone dell’inchiesta riguarda le pressioni legate alla procedura di selezione interna del direttore del “servizio attività estrattive e recupero ambientale” dell’assessorato regionale all’Industria. Da centinaia di pagine di intercettazioni emergerebbe tra il 2020 e il 2021  l’attività di lobbing di imprenditori del settore minerario, appoggiati dal presidente di Confindustria Maurizio De Pascale, per “pilotare” tutto verso l’assegnazione dell’incarico a Nicola Giuliani, a loro gradito. L’interlocutrice politica è l’assessora Anita Pili. Che alla fine non li accontenta. Perché quel posto viene assegnato a Gianfranco Porcu, genero dell’ex presidente della Provincia di Oristano, Pasquale Onida: la Pili, per la Procura, gli avrebbe fatto pervenire le domande della selezione prima dello svolgimento della prova. Accuse ancora tutte da dimostrare. 

LA VALUTAZIONE. Tra i candidati, però, c’era anche Alessandro Murgia, ingegnere, che aveva ricoperto importanti incarichi all’assessorato all’Ambiente: è lui il “corpo estraneo” al sistema che fa saltare il banco. Vista la valutazione dei curriculum – che con la prova orale avrebbe determinato il punteggio finale della selezione – aveva capito che i conti non tornavano. La sua carriera, era convinto, era stata sottostimata. Quella del concorrente, invece,  sopravvalutata, senza fornire giustificazioni.  Fa subito sapere che avrebbe chiesto il riconteggio.  Alcuni protagonisti della vicenda si allarmano: lo dicono al telefono, mentre gli inquirenti registrano.

L’INCHIESTA. Le intercettazioni sono agli atti dell’inchiesta. Come il ricorso di Murgia e la sentenza, che nel 2021  ha ribaltato l’esito della selezione che per la magistratura è stata truccata per volontà della politica. A leggere il dispositivo, al di là dell’esito dell’indagine penale, emerge che più di qualcosa non fosse regolare. 

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IL RICORSO. Si legge che Murgia aveva proposto alla commissione (secondo il pm composta per favorire il concorrente) di rivedere la sua valutazione sui titoli: per anni aveva svolto il ruolo di coordinatore di un gruppo di lavoro sulle bonifiche nelle miniere del Sulcis. Un incarico di “alta professionalità”, che gli sarebbe dovuto valere molti punti. I commissari, valutata la sua richiesta, avevano definito le sue attività come semplice “lavoro straordinario”. Le sue competenze, quindi, erano state liquidate come buona volontà, che al più poteva aver comportato un aumento di stipendio, ma non uno scatto in graduatoria. Al contrario, era stata premiata la competenza del concorrente che, secondo Murgia, non era «conforme alle prescrizioni del bando e non risulterebbe attinente al Servizio cui il concorso si riferisce». Lo scarto tra i due era di appena 1,75 punti: entrambi avevano preso 30 all’orale, ma sui titoli aveva vinto Porcu. 

IL VERDETTO. Così ecco il ricorso al Tar. Il verdetto è arrivato nel 2021. I giudici amministrativi avevano stabilito che Murgia, nel curriculum, potesse vantare di aver svolto «funzioni speciali altamente qualificate sia in termini di specializzazione inerente il lavoro da svolgere, sia per il peculiare ruolo attribuito, con funzioni, aggiuntive, di coordinamento del gruppo» quando si era occupato delle miniere del Sulcis Iglesiente. E che questo dovesse pesare sulla valutazione finale, al contrario di quanto stabilito dalla commissione. 

Alla fine, ha vinto Murgia. E sull’iter che aveva portato a fargli preferire Porcu ora farà luce il tribunale. 

      

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