L’Italia nel 2022 ha accolto 90.297 migranti. Il dato è aggiornato a ieri e riguarda, ovvio, solo chi è stato “intercettato” nel suo percorso o portato a terra dalle navi delle Ong. Questo il dato usato dalla premier Giorgia Meloni  per fare il raffronto con i numeri dell’accoglienza francese: poco più di duecento, quelli della Ocean Viking. Ognuno deve fare la sua parte, è la tesi del governo. 

E la Sardegna, quanto contribuisce nella rete nazionale? La retorica populista ha sempre puntato su termini come “invasione”. Se di questo si tratta – e non è – da questa parte del Tirreno le statistiche raccontano tutt’altro. 

L’Isola accoglie l’1% dei migranti distribuiti su tutto il territorio nazionale. Al 31 ottobre – ultimo dato disaggregato per regione fornito dal ministero dell’Interno – se ne contavano 1.177. Di questi: 920 nei centri di accoglienza gestiti dalle Prefetture e 257 in quelli controllati dagli enti locali nel sistema Sai (Servizio accoglienza e  integrazione). Solo la Valle D’Aosta ne ospita meno: 131. Ma lì i residenti sono anche meno di un decimo dei sardi. 

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Nonostante la percezione distorta dalle recenti vicende internazionali, per l’Isola non c’è alcuna particolare crescita rispetto all’anno scorso. In Italia, al 31 ottobre 2021, si contavano poco più di 53mila migranti accolti. In Sardegna erano 1128: appena una cinquantina in meno rispetto agli attuali. Nel 2017 erano oltre 5mila. 

Capitolo a parte quello degli algerini che sbarcano sulle coste del Sulcis: fino a luglio erano stati 570. Arrivano, pochi restano, quasi tutti se ne vanno. 

E tra coloro che passano attraverso la rete del ministero dell’Interno, quanti vedono accolta la loro richiesta di asilo o di riconoscimento dello status di rifugiato? L’ultimo dato della commissione chiamata a decidere è del 2021: il 77% di quelle vagliate ha ricevuto un secco “no” come risposta. E non erano tante: 590 in tutto. 

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