23 agosto 2012 alle 13:37aggiornato il 23 agosto 2012 alle 13:37
Il 'pirata' si costituisce: "Chiedo scusaEro senza patente, ho avuto paura"
"Chiedo perdono per quello che ho fatto!". Questa una delle dichiarazioni spontanee che stanotte Piretro Baragliu, il giovane di Orune, 22 anni, ha rilasciato in Questura a Nuoro dopo essersi costituito al Capo della Squadra Mobile Fabrizio Mustaro.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Ha chiesto subito perdono per quello che ha fatto, dopo essersi costituito nella notte alla Polizia. Guidava senza patente e ha avuto paura di fermarsi Pietro Baragliu, il giovane di Orune, 22 anni, fuggito dopo aver travolto e ucciso alla guida di un'Audi A5 il carabiniere di Oliena Paolo Corbeddu, 58 anni. Dopo aver trascorso la sua prima notte in carcere, il giovane incensurato ha ammesso le sue responsabilità e ha ribadito un convinto perdono nei confronti della famiglia Corbeddu, colpita dalla morte del Brigadiere capo dei carabinieri, molto conosciuto e apprezzato per la sua professionalità in tutta la Barbagia. L'interrogatorio è avvenuto davanti all'avvocato di famiglia, Gianni Sannio ed è stato condotto dal Sostituto procuratore Andrea Schirra, che aveva emesso subito dopo i fatti un fermo per violenza e resistenza per non essersi fermato all'alt e per omicidio preterintenzionale. Proviene da una famiglia originaria di Orune, dedita al lavoro in campagna, con una moderna azienda agricola a Mores, in provincia di Sassari. Antonio Baragliu, 64 anni, e la moglie Luigia Ruiu, 57 anni (che gestisce un'attività commerciale ereditata), hanno messo al mondo quattro figli, due maschi e due femmine: Dionigi, Artura, Maria Giovanna. Il penultimo è, appunto, Pietro, 22 anni appena compiuti, che con il fratello aiuta nell'attività in campagna, nel lavoro dei campi, ad allevare gli animali e a produrre tutto ciò che la natura offre. Le due sorelle studiano e una di queste è la proprietaria dell'Audi che ha travolto il carabiniere che ha tentato di fermare la corsa del giovane automobilista. Le chiavi della vettura erano lì, come sempre, nel portachiavi all'ingresso della casa. Ogni tanto Pietro, senza che nessuno se ne accorgesse, prendeva la chiave e metteva in moto la vettura. L'altra sera ha accompagnato la sua ragazza a Bitti. A Orune si festeggia San Bernardo, protettore degli emigrati. E Pietro, che solitamente vive con gli altri in azienda, era tornato in paese per la festa dell'emigrato. "Una famiglia come tante altre. Onesta, seria. Mai avuto problemi con nessuno. Una famiglia perbene, portata su con il lavoro e i sacrifici": così vengono giudicati i Baragliu dai compaesani. Di lui, "il pirata della strada", dicono: "Pietro? Un ragazzo che fa tenerezza. Un bravo ragazzo". Ma il commento più ripetuto è che "quello che è successo è una tragedia, per entrambe le famiglie. Una disgrazia che peserà terribilmente". Il sindaco di Orune, Michele Deserra, che mentre parla non riesce a nascondere la commozione, spera che da questa tragedia arrivino due insegnamenti, per tutti: che i giovani prendano consapevolezza delle responsabilità nello studio, nel lavoro e nella realizzazione dei loro sogni, e che, alla base del rapporto fra le forze dell'ordine ed i cittadini regni la legalità".
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