Lanciato con la sedia a rotelle da un parapetto: in manette l'assassino di un pensionato disabile. Per Alfio Lombardo, disoccupato ventunenne di Sorso, l'arresto è arrivato a un anno di distanza dalla notte dell'omicidio. La vittima è Giovanni Andrea Satta, sassarese di 60 anni, volato giù dalla ringhiera che sta all'esterno di un centro commerciale della Marina di Sorso.

I carabinieri della compagnia di Porto Torres e quelli della stazione del paese ieri mattina gli hanno notificato l'ordinanza di custodia cautelare.

OMICIDIO VOLONTARIO L'accusa stavolta è quella di omicidio volontario, vale a dire che il 9 aprile del 2009, Alfio Lombardo era perfettamente consapevole delle conseguenze del suo gesto. Mentre spingeva giù dalla balaustra quel pensionato sulla sedia a rotelle, avrebbe dovuto prevedere la sua morte, arrivata il 21 giugno, dopo due mesi di coma passati in un lettino del reparto di Rianimazione dell'ospedale Santissima Annunziata di Sassari.

INDAGINI Per quella che all'inizio sembrava una caduta accidentale, la Procura di Sassari aveva iscritto nel registro degli indagati Antonio Michele Loriga, il direttore della struttura commerciale in cui era avvenuto tutto: colpevole, secondo il magistrato, di non aver rispettato le misure di sicurezza imposte dalla legge in materia di edifici pubblici. L'accusa di omicidio colposo ora è destinata a cadere, perché per quella morte c'è un altro colpevole: Alfio Lombardo, l'uomo al quale i carabinieri sono arrivati dopo un anno di indagini, lunghi mesi necessari a mettere insieme i racconti dei testimoni. Elementi decisivi per chiarire la dinamica di un incidente anomalo.

INCIDENTE ANOMALO Giovedì notte, Alfio Lombardo fa un giro dei locali della zona insieme ad alcuni amici. Cena fuori, un digestivo dopo l'altro davanti ai banconi di alcuni bar e poi, la staffa da bere in un night club sulla Marina di Sorso. Il giovane ha alzato un po' il gomito, ride e scherza con alcuni amici, insomma, tra quei divanetti lo vedono in tanti. Lì, incontra anche Giovanni Andrea Satta. Al momento di uscire dal locale si ritrovano sulla porta. È l'una e mezza del mattino, quando Alfio Lombardo saluta le persone che hanno trascorso la serata con lui. Poi, sul vialetto afferra la carrozzina di Giovanni Andrea Satta, stringe i due manubri che stanno sul retro dello schienale e inizia a spingerla fingendo di volerlo riportare a casa. Un paio di metri, girano l'angolo e sono sulla rampa del centro commerciale. Forse il sessantenne capisce quello che sta per succedere. Sente che quel ragazzo ubriaco lo fa andare sempre più veloce, lo spinge contro la ringhiera di ferro che sta alla fine di quel marciapiede di cemento.

SALTO NEL BUIO È un attimo: nel buio della notte, il pensionato vola giù. Due metri di vuoto prima di precipitare a terra. Alfio Lombardo ha un attimo di lucidità e capisce tutto. Scappa via. Andrea Satta, ai piedi della scarpata, chiede aiuto, si lamenta e riesce a farsi sentire da qualcuno che chiama il 118. Quando il personale medico arriva sul posto, però, l'uomo ha già perso conoscenza. Non può raccontare nulla di quello che è successo, non può fare il nome dell'uomo che lo ha appena ridotto in fin di vita. Per lui inizia una corsa disperata verso il pronto soccorso dell'ospedale civile di Sassari, dove i medici disporranno il ricovero in Rianimazione. Giovanni Andrea Satta resterà inchiodato a quel lettino per due mesi, in stato di coma fino alla mattina del 21 giugno.

SVOLTA Da allora l'indagine dei carabinieri ha cambiato bersaglio: non cercavano più il responsabile delle lesioni riportate in seguito alla caduta, ma un assassino che da ieri ha un nome e un volto. Decisive le testimonianze delle persone che quella notte di aprile hanno incontrato i due uomini nel night club della Marina di Sorso. I dettagli dell'operazione sono stati illustrati dal colonnello, Francesco Atzeni, dal capitano Mario Colicchio e dal tenente, Giuseppe Castrucci.

MARIELLA CAREDDU
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