La laguna di Marceddì, ancora una volta, si conferma un laboratorio naturale di rilevanza strategica per sperimentare soluzioni basate sulla natura, con l'obiettivo di rafforzare la resilienza dei territori, tutelare la biodiversità e promuovere un modello di gestione integrata delle zone umide in chiave climatica e sostenibile.

Il 13 e 14 maggio, una ventina di ricercatori dell'Università di Valencia, Malaga e dell'Istituto greco per le Wetlands Ekby, si sono riuniti per testare alcune soluzioni basate sulla natura e di adattamento ai cambiamenti climatici nelle zone umide.

L'obiettivo è quello di favorire l'adattamento e la mitigazione degli eventi estremi causa dai cambiamenti climatici, come le alluvioni, ma anche come soluzione naturale per ridurre il rilascio di alcuni gas climalteranti nell'atmosfera, come il carbonio, tra le principali cause del cambiamento climatico. Sono stato effettuato alcune misurazioni nello stagno di San Giovanni sulla capacità di stoccaggio della CO2 attraverso un analizzatore di gas in alcune aree della zona umida, che è anche uno dei 5 siti pilota del progetto.

Le rilevazioni messe hanno in evidenza come aree anche contigue dello stagno possono variare in modo significativo in termini di capacità di stoccaggio e rilascio della CO2, a seconda di vari fattori come la profondità, la salinità dell'acqua e la presenza di materiale organico.

«Queste informazioni - spiega Stanimira Ivanova, coordinatore per Wetland4Change dall'University of Forestry di Sofia - mirano a fornire una base scientifica solida per comprendere il ruolo delle zone umide nella regolazione del carbonio e delle alluvioni e supportare l'identificazione delle aree prioritarie da tutelare o ripristinare per massimizzare la funzione di sequestro».

«I dati raccolti saranno utili anche per affinare i modelli di valutazione e contribuire alla definizione di strategie locali di adattamento e mitigazione al cambiamento climatico - afferma Carlos Rochera dall'Università di Valencia - ad esempio, monitorando i flussi di gas serra potrà orientare la gestione delle zone umide in linea con gli obiettivi climatici, così come supportare le strategie di gestione su vegetazione e sedimenti».

Ma non solo. La Fondazione Medsea ha presentato al pubblico, per la prima volta, la nuova paratoia intelligente: un sistema automatizzato appena installato che migliora il monitoraggio e la gestione delle acque.

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