Giovannino Pinna in condizioni critiche, il medico: «Vivo grazie a muta e salvagente»
Gli hanno consentito di limitare l’ipotermia, ma il quadro è in evoluzione: «Ha un principio di annegamento»Giovannino Pinna, il sub trovato vivo ieri notte a Platamona, a distanza di oltre 24 ore dal naufragio con la sua barca, si trova in ospedale in condizioni critiche. La prognosi è riservata, al momento il 35enne è ricoverato in Medicina d’urgenza del Santissima Annunziata di Sassari.
Ecco perché gli inquirenti lo potranno sentire solo dalla prossima settimana: «Prima di lunedì», chiarisce il direttore sanitario dell’Aou di Sassari Luigi Cugia, «non consentiremo a nessuno di parlare con il paziente, le sue condizioni sono critiche e la prognosi resta riservata per almeno 48 ore».
È il direttore del reparto, Paolo Pinna Parpaglia, a spiegare le condizioni di Giovannino Pinna: «Rispetto a ieri c'è una sostanziale stabilità con qualche segno di miglioramento. Ha un principio di annegamento con un'importante insufficienza respiratoria e un quadro di ipotermia che ora si sta evolvendo. Le prime ore sono le più critiche perché si possono sviluppare le complicanze della sindrome da immersione».
Al momento il sub resta sotto monitoraggio: «Sta facendo il trattamento per l'ipotermia», prosegue Pinna Parpaglia, «ed è anche sedato perché le condizioni psicologiche sono particolarmente rilevanti. Ha ricordi frammentari e confusi. Ha riferito che indossava muta e salvagente, e questo gli ha consentito di limitare l'ipotermia».
Infine, il medico ha riportato le poche informazioni che Giovannino Pinna ha riferito riguardo al cugino Davide Calvia, che era con lui durante la battuta di pesca e resta disperso: «Non ricorda nulla, sa che non è stato ancora ritrovato. Le condizioni psicologiche legate allo stato emotivo sono critiche. Ha amnesia per quasi tutto l'accaduto, anche perché quando è stato ritrovato era praticamente in coma da ipotermia, quindi i ricordi per adesso sono cancellati e probabilmente li recupererà pian piano. Stamattina», ha concluso il direttore di Medicina d’urgenza, «ha giusto incontrato per qualche minuto il padre».
(Unioneonline)