Dopo la conclusione delle indagini, la vicenda giudiziaria che vede implicati Ciro Grillo (figlio di Beppe) e tre suoi amici per un caso di violenza sessuale in concorso è ora a una svolta. La Procura di Tempio Pausania sarebbe pronta a chiedere il rinvio a giudizio.

Il tutto è nato dalla denuncia presentata da una 20enne in una caserma dei carabinieri a Milano. La ragazza era appena tornata da una vacanza in Sardegna: la notte del 16 luglio 2019, aveva raccontato, era nella villa di proprietà dei Grillo a Porto Cervo dove, dopo una serata trascorsa in un locale, sarebbe stata stuprata, con rapporti sessuali non consenzienti e ripresi col telefonino, da Ciro Grillo (difeso da Enrico Grillo), Edoardo Capitta (difeso da Ernesto Monteverde e Mariano Mameli), Francesco Corsiglia (difeso da Romano Raimondo e Gennaro Velle), e Vittorio Lauria (difeso da Paolo Costa).

I legali, in merito alla chiusura delle indagini, hanno detto che "non è il mento di fare dichiarazioni". Queste sono state le parole dell'avvocato Velle, che ha aggiunto: "Ancora non abbiamo nemmeno ricevuto tutti gli atti, perciò riteniamo prematuro commentare, parleremo nelle sedi e al momento opportuno".

Silenzio anche dagli altri difensori: "Non è mia abitudine rilasciare dichiarazioni sulle cause in corso - sottolinea Paolo Costa - tantomeno in questa vicenda di cui ancora dobbiamo analizzare tutti gli atti".

(Unioneonline/s.s.)
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