Neanche i più ottimisti tra gli organizzatori avevano ipotizzato la possibilità che tanti fedeli potessero confluire ieri pomeriggio a Tempio Pausania per l’assemblea sinodale, indetta per la prima volta dal nuovo vescovo, mons. Roberto Fornaciari. E questo perché il Sinodo voluto qualche anno fa da Papa Francesco aveva proceduto, finora, senza grandi entusiasmi.

Ora tutto sembra essere cambiato, e la capiente aula magna del seminario, sorprendentemente gremita, sembra esserne la dimostrazione.

Una chiesa, quella della Gallura e dell’Anglona (come altrove), in crisi per quanto riguarda “l’ardore” dei suoi fedeli, con sempre meno appeal, con diminuzione della partecipazione alle messe, ai sacramenti in generale, con sempre meno matrimoni: una chiesa che analizza il proprio presente e studia come organizzare il futuro, su come far crescere la fede in chi la professa, su come trasmetterla ai giovani, a chi l’ha ma sopita o non l’ha, su come rapportarsi con un mondo sempre più distratto e lontano, sul rapporto tra preti e laici, negli e tra gli organismi interni alle realtà ecclesiali.

E siccome sembra proprio che il vescovo non voglia perdere tempo, una nuova assemblea plenaria sinodale è stata già indetta per il prossimo 17 marzo, sempre a Tempio Pausania, ed un’altra per il 21 aprile. Anche perché entro il 30 aprile la Diocesi di Tempio-Ampurias dovrà essere in grado di trasmettere alla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) una relazione sul lavoro compiuto.

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